Il ritorno del concorso Miss Italia ha incentivato le numerose proteste delle associazioni femminili del bel Paese.
Le portavoce delle diverse federazioni affermano che tale prodotto lede alla dignità della persona, contribuendo alla già evidente disparità esistente fra i due sessi (maschile e femminile) in Italia.
“Non rispetta la dignità della persona, non supera gli stereotipi di genere al fine di promuovere la parità e di rispettare l’immagine e la dignità della donna, non realizza contenuti volti alla prevenzione e al contrasto della violenza in qualsiasi forma nei confronti delle donne”, queste le taglienti parole riportate dai membri di gruppi come DonneinQuota, Differenza Donna, Ong Rebel Network ,D.i.Re. Coordinamento Italiano Se Non Ora Quando?.
La stessa politica è stata toccata da tale decisione, provocando un ulteriore spacco tra la destra e la sinistra italiane.
La sinistra si propone di difendere le donne e i loro diritti dall’incubo della donna-oggetto, giudicando inadeguata la scelta di dare visibilità a un concorso che fa apparire la donna priva di qualsiasi altro pregio e la bellezza una colpa e non più un valore.
La stessa senatrice pd Valeria Valente, presidente della commissione femminicidio, ha dichiarato di non essere affatto contenta del ritorno di un programma tv che ha sempre e solo alimentato gli stereotipi di genere.
«Ha dell’assurdo che questa scelta sia stata presa senza l’approvazione del cda», attacca. «I casi di violenza sulle donne continuano ad essere troppi. Un fenomeno che va combattuto sconfiggendo modelli e immagini di un rapporto asimmetrico tra gli uomini e le donne».
A Valeria Valente risponde Isabella Rauti, vicepresidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato e responsabile Pari opportunità dell’esecutivo del partito: «Bene ha fatto la Rai a riportare sui canali della tv di Stato la storica kermesse di Miss Italia. E risultano sterili e stantie le polemiche imbastite da una sinistra che pretende di avere il copyright sui diritti delle donne, ma che di fatto ha smesso di occuparsene».
Ad ogni modo, la Rai non ha ritenuto le motivazioni della sinistra valide, pertanto non ha annullato la diretta della trasmissione che avverrà, in prima serata, il 6 settembre 2019.