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Apollo 13, decollato l’11 aprile 1970

Apollo 13 è una missione spaziale statunitense, parte del programma Apollo, decollata l’11 aprile 1970, dal Kennedy Space Center.

La terza missione sulla Luna, dopo Apollo 11 e Apollo 12, divenuta celebre per il guasto che impedì l’allunaggio e rese difficoltoso il rientro sulla Terra.

L’equipaggio era costituito dal comandante, James A. Lovell, Jr., il pilota del CSM, John L. Swigert ed il pilota del LM, Charles M. Duke, Jr.

Un’esplosione nel modulo di servizio Odyssey danneggiò molti equipaggiamenti, riducendo notevolmente la disponibilità di energia elettrica e di ossigeno. I tre astronauti furono dunque costretti a trasferirsi nel modulo lunare Aquarius, utilizzandolo come navicella per il ritorno, anziché come mezzo per atterrare sulla Luna.

Sfruttando una traiettoria di rientro libero intorno alla Luna, esso volò ad una distanza di 254 Km dalla superficie della faccia nascosta della Luna, stabilendo così il record, tutt’oggi detenuto, della massima distanza raggiunta da un essere umano dalla Terra: 400.171 km.

In seguito a numerose difficoltà, la navicella tornò sulla Terra il 17 aprile. Durante il rientro in atmosfera, il blackout radio durò 86 secondi in più rispetto al previsto, uno dei blackout radio più lunghi del programma Apollo. Fu inoltre necessario un inusuale punto di sgancio e di uscita dal modulo lunare.

Il ritorno, durato quattro giorni, risultò freddo, scomodo e teso. La missione Apollo 13 è tuttavia servita a dimostrare la capacità del programma di affrontare situazioni di crisi imprevedibili, portando in salvo tutto l’equipaggio.

Vi fu un certo timore per le temperature ridotte, che avrebbero potuto produrre condensa e, conseguentemente, danneggiare l’elettronica del modulo di comando, ma l’apparecchiatura funzionò perfettamente anche in quelle circostanze impreviste.