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Antonio Nuzzolo aderisce all’U.S.I.P.

Cari amici, con la presente, vi annuncio con orgoglio e soddisfazione, l’adesione al sindacato U.S.I.P. “Unione Sindacale Italiana Poliziotti”, unico Sindacato di Polizia ufficialmente riconosciuto dalla UIL e ai cui valori Confederali si ispira.

Non si tratta di un cambio di sindacato, come qualcuno ha affermato o potrebbe affermare, ma un ritorno dove tutto era iniziato; perché l’U.S.I.P. come del resto la U.I.L. Sicurezza (oggi U.P.L. Sicurezza) sono entrambe creature della UIL Confederale o, per meglio dire, la U.I.L. Sicurezza (oggi U.P.L. Sicurezza) lo era. Riprova del fatto che non si tratta di un cambio di sindacato è la circostanza che,
quasi tutto il gruppo dirigente che ha creato l’U.S.I.P., su forte spinta della UIL Confederale, faceva parte della U.I.L. Sicurezza Le motivazioni, che mi convinsero ad aderire al progetto U.I.L. Sicurezza, nascevano
dalla certezza che, avrei potuto fare un sindacato scevro da condizionamenti. In poche parole ero convinto che, quella struttura sindacale, mi avrebbe consentito di fare “il Sindacalista” e, la presenza della UIL Confederale, rappresentava ed ha rappresentato una garanzia del rispetto degli ideali sindacali.
Il Progetto U.I.L. Sicurezza, nella fase iniziale, ha risposto bene alle aspettative; sono state portate avanti tante battaglie sindacali, sempre e solo, a tutela dei poliziotti. Furono creati dei coordinamenti nazionali, relativi alle pari opportunità e ai tecnici perché, c’era l’idea, di differenziare la tutela sindacale in relazione alle peculiari problematiche di ogni settore: si respirava aria di confederalità. L’interruzione dei rapporti con la UIL Confederale, ha segnato uno spartiacque nella storia della U.I.L. Sicurezza, è iniziato un processo di snaturamento dell’iniziale progetto che, attraverso due esperienze federative, un cambio di denominazione e logo, ha generato un nuovo soggetto, con una nuova fisionomia autonoma.
Pian piano, tutto quello che di bello c’era, è andato svanendo; per quello che mi è
dato sapere, oggi i coordinamenti nazionali sostanzialmente non esistono più. Lo dico
con rammarico perché, da segretario nazionale, avevo voluto fortemente la creazione
di un coordinamento nazionale per i tecnici, volevo affrontare in modo serio e con
l’ausilio dei diretti interessati (i due coordinatori nazionali erano tecnici) gli specifici
problemi del settore. Lo dico con rammarico perché ho dato tutto me stesso,
confrontandomi sia con il coordinatore che con il vice coordinatore ma, non rivestivo
la carica di segretario generale nazionale e quindi, tutto ciò che è stato o non è stato
fatto, non può essere attribuibile alla mia persona ma, deve essere ricercato in scelte
altrui.

Non è sicuramente una scelta per nuove poltrone perché, è di tutta evidenza che,
con le mie dimissioni ho rinunziato alla poltrona di componente della Segretaria Nazionale ed a quella di Segretario Generale Provinciale di Caserta. Potevo egoisticamente starmene sulle mie poltrone, nella mia “comfort zone”, raccontare qualche mezza bugia o mezza verità (fate voi) e tirare avanti. Ma non sarei stato in pace con la mia coscienza. Le motivazioni che sono alla base delle mie dimissioni sono solo ed esclusivamente sindacali. Ho compreso che la tutela dei poliziotti era solo un problema del Segretario Generale Provinciale di Caserta. Nelle mie segnalazioni (allegate alle dimissioni) ho cristallizzato il malcontento dei poliziotti, ho segnalato tutti i problemi che affliggevano e affliggono i poliziotti; in poche parole ho fatto “il sindacalista”. Ovviamente l’ho fatto nei limiti territoriali della mia carica e quindi l’ho fatto in ambito provinciale. Da quel momento ho atteso invano che il segretario generale nazionale, in quanto rappresentante politico nazionale, facesse la sua parte e, avendo constatato che non aveva fatto nulla, cos’altro avrei potuto fare se non dimettermi? La mia, è stata una scelta di coerenza e, soprattutto, di correttezza, nei confronti di chi paga ogni mese l’adesione sindacale: ho cercato di farvi comprendere, non con le parole ma con i fatti, che io, ero e sono uno di voi; ho cercato (spero di esserci riuscito) di restituirvi, un pò, della giustizia che meritano, tutti quelli che rischiano la vita ogni giorno e, in questa emergenza sanitaria, la stanno rischiando ancor di più. Ho ricevuto, sin da ieri, dal Segretario Generale Nazionale dell’U.S.I.P. Vittorio Costantini, anche se non ce n’era bisogno, ampie rassicurazioni che, tutte le vertenze sindacali, iniziate con il vecchio sindacato, saranno portate avanti con maggior enfasi
e, soprattutto, con il suo supporto. L’ingresso nell’U.S.I.P., oltre ad essere un ritorno alla casa madre UIL Confederale, rappresenterà, per tutti noi, uno straordinario momento di crescita sindacale perché,
avremo la possibilità di confrontarci con l’U.S.I.F. (Unione Sindacale Italiana Finanzieri), con l’U.S.M.I.A. (Unione Sindacale Militari Interforze Associati) e con l’U.S.I.C. (Unione Sindacale Italiana Carabinieri). Saremo parte di un grosso ingranaggio che tutelerà, non solo i Poliziotti in quanto tali, ma anche, nell’ottica più ampia di appartenenti al Comparto Sicurezza e Difesa; la nostra azione sindacale,
sotto il coordinamento del Dipartimento di sicurezza confederale, avrà un respiro più ampio grazie al sostegno dei rappresentanti dell’U.S.I.F., U.S.I.C. e U.S.M.I.A. Desidero ringraziare, in modo particolare, i vertici della Confederazione U.I.L. Nazionale e Regionale ed il Segretario Generale Nazionale U.S.I.P Vittorio Costantini perché hanno creato le condizioni affinché fosse possibile tutto ciò che a
breve verrà realizzato. Porgo sinceri e rispettosi saluti agli amici dirigenti sindacali e a tutti gli iscritti dell’U.S.I.P.

Valentina Maisto
Valentina Maisto
Appassionata di scrittura ha pubblicato vari racconti con diverse case editrici e da sempre sogna di diventare giornalista. Ma il suo sogno più grande è quello di poter pubblicare una sua antologia di racconti.