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Antico Testamento: debutta il 14 gennaio la Trilogia dei libri

Un nuovo spettacolo arriverà presto sul palco delle Fonderie Limone di Moncalieri: si tratta di Antico Testamento che debutterà martedì 14 gennaio alle 20:45. Questo spettacolo fa parte di un progetto pluriennale “La trilogia dei libri”, una produzione del Teatro Stabile di Torino in collaborazione con PoEM Impresa Sociale. Antico Testamento sarà diretto da Gabriele Vacis, fondatore del Laboratorio Teatro Settimo. Lo spettacolo sarà disponibile fino al 26 gennaio. 

Il progetto e il team

Questo però non è il primo progetto che coinvolge Vacis e PoEM. Questo nuovo progetto viene infatti dopo la Trilogia della guerra del 2023 in cui sono stati indagati tre grandi classici del teatro greco: Prometeo e Sette a Tebe, di Eschilo, e Antigone e i suoi fratelli, di Sofocle. Un percorso di successo dedicato al mito ma che rifletteva sulle pulsioni e le difficoltà che le nuove generazioni affrontano in un mondo iperconnesso. La Trilogia dei libri sarà invece dedicata ai testi sacri delle religioni monoteiste: nei prossimi due anni si concentrerà infatti su Nuovo Testamento e Corano. 

Gabriele Vacis oltre la regia curerà anche la drammaturgia insieme a Lorenzo Tombesi e alla compagnia PoEM. La scenofonia e gli ambienti saranno firmate invece da Roberto Tarasco, mentre a occuparsi del suono sarà Riccardo Di Gianni. I cori sono a cura di Enrica Rebaudo. Per quanto riguarda il cast, in scena vedremo: Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Kyara Russo, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera.

Antico Testamento: ne parla Gabriele Vacis

A parlarci più nel dettaglio dello spettacolo è lo stesso Gabriele Vacis che in particolare ha riflettuto sulle tematiche che questo nuovo spettacolo propone: “Quindi abbiamo cominciato a leggere l’Antico Testamento. Per alcuni dei ragazzi di PoEM era la prima volta. Ma non è stato difficile appassionarsi alle storie della creazione e dei patriarchi. Quello che si è capito subito è che i primi cinque libri della Bibbia, che sono più o meno uguali alla Torah, raccontano la creazione come separazione. Dio è quello che separa il cielo dalla terra, le acque dall’asciutto, il buio dalla luce. Poi racconta una migrazione, come se l’esodo fosse l’elemento costitutivo di una patria. Il terzo grande tema è la costruzione di un popolo, di una grande famiglia.Cosa ci dicono veramente i libri sacri su questi grandi temi?”. 

Una riflessione che il regista non ha svolto da solo, racconta così il processo creativo che si cela dietro Antico Testamento: “Dalla lettura del Pentateuco estraggo domande che pongo agli attori. Le domande richiedono come risposta storie piuttosto che opinioni. Non chiedo: secondo te come dovrebbe essere l’Eden? Ma: quando sei stata, quando sei stato nell’Eden? Non chiedo: è giusto che creare significhi separare? Ma: quando hai vissuto una separazione? Cosa è nato da quella separazione? Non chiedo: è giusto accogliere i migranti? Ma: quando hai affrontato una migrazione? Rispondendo a domande come queste, gli attori raccontano vicende personali, che poi vengono riprese, intrecciate, contraffatte e generano una drammaturgia che ha a che fare noi, con me”.