Annessione Cisgiordania, i ministri degli Esteri francesi, tedeschi ed egiziani, incitano Israele a lasciar perdere il piano. Essi hanno infatti dichiarato all’unanimità, che qualsiasi idea di annessione dei territori palestinesi occupati nel 1967, risulterebbe una violazione del diritto internazionale, facendo crollare così le buone pratiche per un auspicato processo di pace.
Sarebbe dovuto partire il primo luglio, il piano del Governo Netanyahu-Gantz, per l’estensione della sovranità israeliana su alcune zone della Cisgiordania, ma qualcosa è andato storto.
Ma molteplici ostacoli si sono frapposti al progetto ordito da Israele circa l’annessione, in primis gli Stati Uniti ad oggi investiti dalla crisi causa coronavirus e le numerose proteste del Movimento Black Lives Matter. Un clima che non permette di guardare di buon occhio vecchi progetti che potrebbero minare un campo che è auspicabile tenere tranquillo, in vista soprattutto delle elezioni.
Inoltre una improvvisa opposizione da parte del ” Consiglio Yesha” , nato negli anni settanta come movimento di insediamento per il ritorno degli ebrei alla loro terra d’origine, ha preferito limitare al momento qualsiasi azione volta all’annessione se a questa poi dovesse conseguire il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Infine il Piano di Trump, risulta estremamente serrato, di fatti il Ministro della difesa Gantz, in contatto con la fazione di Kushner, il senior advisor, ha ribadito il concetto che tutto dovrà essere fatto nel rispetto ” delle linee guida stabilite dal Presidente Trump e dagli accordi preesistenti”.
Intanto le azioni diplomatiche di Netanyahu continuano, partendo dall’invio del capo del Mossad Yossi Cohen, per quietare la situazione nel mondo arabo.
Ad oggi, le trattative sembrano messe in standby, non risultano ancora atti ufficiali da parte dello stato di Israele, che però come appreso, prosegue con i colloqui tra capi della sicurezza isrealiani e funzionari statunitensi.
Tale annessione porterebbe alla fine della democrazia da parte dello stato israeliano, con il pericolo di incendiare un’ulteriore guerra contro Hamas e l’Anp.