Nel giorno del dolore emergono nuovi retroscena sulla tragica fine di Anna Borsa. Dopo le prime notizie che volevano il tragico epilogo come improvviso, una dopo l’altra emergono verità angoscianti.
Le minacce di morte invece c’erano state. Come rivela Fanpage: “Le avrebbe dato fuoco, e per farle capire che non scherzava le aveva anche gettato addosso una volta dell’alcol, un’altra della benzina”.
Una situazione che l’aveva spinta a cercare rifugio altrove, lontano da quel salone di bellezza che sarebbe poi diventata la sua tomba.
Anna Borsa uccisa dall’ex Alfredo Erra a Pontecagnano Faiano
Un susseguirsi di minacce e violenza fino all’esito a colpi di pistola. Una delle tante storie maledette. Una pagina candidata a diventare una nuova puntata di “Amore Criminale”, perché purtroppo di storie come quella della povera Anna Borsa in Italia ne accadono troppe.
Il 1 marzo Alfredo Erra si presenta nel salone da parrucchiere di via Tevere, a Pontecagnano Faiano. La scusa è quella di un saluto vista la decisione di partire per andare lontano da Salerno. Poi la tragica verità. Fuori la pistola e fuoco a volontà.
Anche il tentativo di suicidio è andato male. Dopo lo sparo alla tempia, il titolare dell’attività si avvicina insieme ad Alessandro Caccavale. Quest’ultimo è il nuovo compagno della ragazza e subito dopo viene colpito da Erra. Il tentativo di suicidio ha fatto cilecca, la pallottola non raggiunge il cervello e lo lascia vivo. Così riprende a sparare e questa volta tocca a Caccavale.
Quindi è il momento della fuga. Il novello sicario lascia la Fiat Panda aziendale e scappa a piedi. Ormai in stato confusionale confessa al titolare: “Ho ucciso Anna”, gli dice e poi sparisce.
Lo hanno bloccato qualche ora dopo i poliziotti della Stradale in un’area di servizio sull’autostrada, nel Salernitano. Per il giudice l’omicidio è stato un gesto “premeditato”, commesso con “ferocia”, con “allarmante lucidità” e con “impressionante noncuranza” per la vita. Il provvedimento è stato convalidato ieri, durante l’udienza Erra, in lacrime, assistito dall’avvocato Ida Coraggio, si è avvalso della facoltà di non rispondere; il gip ha accolto la richiesta della Procura e ha confermato la custodia in carcere.