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Andrea Cozzolino, la lotta per la felicità

In occasione dell’edizione 25° del Maggio dei Monumenti, che ricade proprio nel 220° anniversario dei moti rivoluzionari del 1799, l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli ha deciso di dedicare a Gaetano Filangieri la rassegna. Il tema di quest’anno è proprio “Il diritto alla felicità. Filangieri e il ‘700 dei Lumi”.

Il XXI Secolo ha perciò deciso di chiedere la propria opinione al riguardo ad una delle personalità del territorio più impegnate in una vera e propria lotta per la felicità, il deputato europeo Andrea Cozzolino, che ha gentilmente acconsentito al rilascio di una piacevole intervista.

Ma prima di passale all’intervista, ecco alcuni cenni biografici del deputato.

Andrea Cozzolino, politico italiano, nasce a Napoli il 3 agosto del 1962.

La sua carriera inizia alla fine degli anni settanta, quando lo si ritrova tra i fondatori dell’Associazione degli studenti napoletani contro la camorra, egli entra a far parte della FGCI e ne diventa il segretario presso la Federazione di Napoli, ricoprendo la carica nel periodo dal 1983 al 1986. Egli diventa successivamente responsabile per il Mezzogiorno.

Aderisce poi al PDS e, successivamente, ai Democratici di Sinistra. Ricopre la carica di segretario della Federazione di Napoli del PDS nel periodo compreso tra il 1994 ed il 1999.

Viene eletto, nel 2000, per i DS, al Consiglio regionale della Campania, essendo eletto nuovamente nel 2005, quando ricopre la carica di assessore regionale all’Agricoltura e alle Attività Produttive.

Alle primarie del 14 ottobre 2007 viene eletto all’assemblea costituente nazionale del Partito Democratico. Il 7 giugno del 2009, egli viene eletto al Parlamento Europeo, all’interno delle liste della circoscrizione meridionale del Partito democratico, registrando 136.859 preferenze, che lo resero il più votato della lista.

Il 23 gennaio 2011, in occasione delle primarie del centrosinistra per il candidato a sindaco di Napoli, si aggiudica il 37,3% delle preferenze, risultato contro il quale viene presentato un ricorso ai garanti da parte degli altri contendenti, portando all’annullamento delle primarie, con la presentazione del nuovo candidato sindaco del Partito Democratico, per il quale ruolo viene designato il prefetto e commissario Mario Morcone.

Nel 2014 presenta nuovamente la propria candidatura alle Elezioni europee con il PD nella circoscrizione del Sud, registrando 115 297 preferenze, risultando quinto nella Circoscrizione Sud per il Pd.

Nel 2015, Andrea Cozzolino presenta la propria candidatura della segreteria ufficiale alle primarie del centrosinistra, per la designazione del Presidente della Regione Campania, dove si classificò secondo, registrando il 44% di preferenze, inferiore rispetto al 52% grazie al quale, il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, si aggiudica la carica.

Nel mese di Luglio del 2018 viene nominato relatore per il Parlamento Europeo del regolamento sul Fondo di sviluppo regionale , il cosiddetto FESR, e sul Fondo coesione.

Di seguito l’intervista allo stimato Andrea Cozzolino.

Signor Cozzolino, l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli ha deciso di dedicare la 25° edizione del Maggio dei Monumenti, in occasione del 220° anniversario dei moti rivoluzionari del 1799, a Gaetano Filangieri. Il tema di quest’anno è “Il diritto alla felicità. Filangieri e il ‘700 dei Lumi”. Perché crede sia stata scelta proprio la figura di Gaetano Filangieri, giurista, nonché filosofo, partenopeo?

«Il Maggio dei monumenti è ormai divenuto un appuntamento fisso del maggio napoletano, nato più di 20 anni fa con l’intento di far riscoprire l’immenso patrimonio artistico della nostra città, caratterizzato da tesori spesso sconosciuti al pubblico.

La scelta di dedicare questo appuntamento a Filangieri, figura di spicco della cultura partenopea – che ha innovato in senso moderno la filosofia del diritto – non è casuale. Filangeri rappresenta ancora oggi la voce riformatrice dell’illuminismo napoletano: portavoce di proposte sovversive ma, al tempo stesso, illuminate.

I luoghi della nostra città che il Maggio dei monumenti ci fa riscoprire sono i luoghi dove lui visse e operò: palazzi, teatri, musei, piazze oggi espressione della vivacissima fioritura culturale e artistica della città nella seconda metà del ‘700. Un momento storico che non dovremmo dimenticare, bensì riscoprire e farne tesoro.»

Cos’è, secondo lei, la vera felicità?

«La felicità viene dal superamento dei problemi, dal risolvere le difficoltà. Bisogna affrontare le sfide, fare del proprio meglio. Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a controllare le sfide del destino. La vera felicità proviene da un senso di pace interiore frutto di altruismo, amore, compassione, privi di rancore, egoismo e avidità. La vera felicita’ l’ho vista negli occhi di una bambina libanese, ospite di un campo profughi che ho visitato in uno delle missioni con il Parlamento Europeo. Lei ci ha raccontato, con la luce negli occhi, della sua gioia a poter studiare grazie a un progetto finanziato dall’Unione Europea, che ha costuito una scuola e ha messo a disposizione strutture e competenze. Chi parla dell’Europa e ne denigra il ruolo, dovrebbe anzitutto riflettere su questi aspetti che, purtroppo, sono invece dati per scontati o, peggio, dimenticati.»

Crede ci sia correlazione tra ragione e felicità, temi in accostamento quasi ossimorico, ambedue presenti nel titolo della rassegna di quest’anno? Perché?

«Perché la felicità senza ragione diventerebbe semplice riso, che é una espressione bellissima dell’animo umano, ma limitata. Felicità e ragione possono contribuire a produrre un mondo migliore, a costruire punti e ad abbattere muri. L’idea dell’essere umano come cittadino del mondo è intesa proprio come un incitamento ad costruire un nuovo ordinamento, sinceramente cosmopolita. Esiste un piano più profondo del diritto i cui principi sono eterni, universali e inappellabili. Attuarli con razionalità, credo, possa creare vera felicità.»

Nella fine degli anni settanta lei risulta essere tra i fondatori dell‘Associazione degli studenti napoletani contro la camorra, l’azione di questa associazione contro la camorra può essere letta come una lotta per la felicità?

«L’Associazione degli studenti napoletani contro la camorra é nata in un momento di profonda prostrazione per il nostro territorio. In quel momento sembrava impossibile risalire la china. Eppure, siamo stati un momento importante, una luce di cambiamento, di libertá, di riscatto. Giovani, giovanissimi che credevano di poter migliorare il proprio futuro e di contribuire a raggiungere sprazzi di felicità.»

Restando sulla sua carriera politica, quest’anno lei è candidato alle elezioni europee, quali sono i suoi obiettivi?

«Bisogna creare infrastrutture e investire nelle imprese e nelle famiglie. Per farlo servono una visione ambiziosa e politiche forti per rilanciare processo di integrazione e che permettano di recuperare la dimensione delle “tre P”, cioè Pace, Protezione e Prosperità, su cui l’Unione ha basato le proprie fondamenta. Anzitutto, va rafforzato il ruolo del Parlamento Europeo, la maggiore bisogna tempestivamente agire contro il clima di sovranismo che si sta affermando in Italia e in Europa e che sta scalfendo l’ideale di un’Europa unita. Grazie a questo vanno sconfitti gli egoismi degli stati membri, che ogni giorno bloccano il processo democratico, come ad esempio nel caso della riforma del regolamento di Dublino, sulla condivisione degli oneri nell’Accoglienza dei migranti.

Sono stato relatore del Fondo europeo di sviluppo regionale, un lavoro che mi ha impegnato per oltre un anno e grazie al quale ho potuto raccogliere tante istanze provenienti dai territori. Grazie alla riforma dei fondi europei per le Regioni 2021-2027 portiamo più risorse per la crescita e il lavoro al Mezzogiorno, più risorse per gli enti locali, anche per i comuni più piccoli, quelli che, negli anni della crisi hanno subito la scure dei tagli ai servizi essenziali. Con la riforma approvata noi cerchiamo di restituire una prospettiva e un futuro di investimenti nel lavoro, nella cura dei nostri territori, nella crescita delle nostre comunità.»

Signor Cozzolino ci illustri il suo programma.

«La prerogative del mio programma elettorale è quella di collaborare a creare un’Europa che non lasci indietro nessuno, dove si possano accorciare le disuguaglianze e dove si possa lottare per sconfiggere la povertà. Questo potrà essere possibile puntando a realizzare infrastrutture per il rilancio dei finanziamenti al Mezzogiorno e di dare forza alla democrazia. Come fatto già in passato sono pronto a lavorare in Europa per assicurare alle Regioni e ai Comuni risorse adeguate ai bisogni delle comunità e dei territorio. Punto ad una politica che pensi al futuro e un Sud dove i nostri figli possano tornare e restare. Questo sarà possibile anche grazie alle prospettive aperte dalla mia riforma dei Fondi per le Regioni e la Coesione 2021-2027, votata a larga maggioranza quest’anno a marzo dal Parlamento europeo, che per la prima volta rende i Comuni anche piccoli, le aree naturali protette e i distretti turistici protagonisti di una programmazione più vicina alle comunità, che rimette al centro le persone e la tenuta ambientale, sociale ed economica dei territori.»

Si evince una vera e propria azione di rilancio territoriale, il quale risulta essere perfettamente sovrapponibile sia al tema della rassegna in corso, che alla ricorrenza di cui si vuole tenere memoria. Cosa l’ha spinta in questa direzione?

«Il rilancio territoriale è strettamente legato al tema della rassegna, in quanto solo creando territori che offrano più servizi ai cittadini possiamo puntare alla felicità degli stessi. Essere felici è un diritto, l’America l’ha messo tra i principi fondamentali della sua carta costituente spiegando che questo diritto insieme ad altri, nascono dalla anche dal lavoro dei loro governati scrivendo “allo scopo di garantire questi diritti, sono creati fra gli uomini i Governi, i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati”. Quindi a mio avviso dobbiamo spendere tutte le nostre risorse – anche attraverso il rilancio dei territori – per dare a tutti la possibilità di esercitare tale diritto.»

Lei che è sempre stato vicino ai più giovani, quale messaggio vorrebbe lanciare loro? Quale invece vorrebbe lanciare a tutti gli italiani?

«Ai giovani mi sento di dare un consiglio è quello di investire sul loro futuro di cercando di specializzarsi al fine di essere competitivi sul mondo del lavoro così come lo sono i loro colleghi che vivono in altri posti d’Europa. Io da ragazzo mi confrontavo con i miei coetanei che per studio o lavoro si spostavano verso Roma o Milano, loro oggi devono guardare oltre i confini nazionali e hanno tutti gli strumenti per farlo attraverso i progetti Erasmus e non solo.»

La redazione del XXI Secolo coglie l’occasione per ringraziare il deputato Andrea Cozzolino per la disponibilità, augurandogli altresì una sorte favorevole.

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II