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Alberto Manzi: una vita di cultura e amori

Alberto Manzi è stato un importante scrittore, insegnante e pedagogista italiano.

In particolare, Manzi divenne noto per la conduzione del programma televisivo “Non è mai troppo tardi”, andato in onda dal 1960 al 1968.

In questo programma si riproducevano lezioni di scuola primaria per combattere l’analfabetismo di quel periodo.

Alberto Manzi nasce a Roma il 3 novembre 1924 da padre tranviere e madre impiegata.

Frequenta come scuola superiore l’istituto Magistrale.

Manzi si distinse per essere un antifascista, come tutta la sua famiglia.

A tal proposito, è doveroso sottolineare che fu volontario della Croce rossa sui treni ospedale e Guardiano del Pantheon per i Cavalieri di Malta.

Il 4 giugno del 1944 è una data di svolta perchè arrivano gli americani a Roma e Manzi decide di arruolarsi come volontario presso il battaglione di San Marco.

Dopo la liberazione, torna a Roma dove iniziò l’attività scolastica.

Lavorerà presso all’Istituto di Rieducazione e Pena ”Aristide Gabelli“ di Roma.

Altra data fondamentale della sua vita fu il 1948, anno in cui sposa la collega Ida Renzi. 

Dai due nasceranno ben quattro figli. Tuttavia, Ida e Manzi divorzieranno negli anni Ottanta.

Successivamente, l’uomo si unirà in matrimonio con Sonia Boni e anche da questa avrà una figlia.

La coppia si trasferisce a Pitigliano e qui l’uomo inizia la sua carriera da sindaco.

Il 1948 è un anno importante anche per la sua carriera da scrittore.

Infatti, riceve il Premio Collodi per Grogh, storia di un castoro, romanzo per ragazzi edito dalla Bompiani nel 1950.

Poi, Manzi collabora anche per la casa editrice Ave dove comporrà testi scolastici  e collaborerà con Gianni Rodari.

Nel 1954, si apre un altro capitolo della sua carriera: inizia a lavorare come insegnante elementare.

Manzi prende servizio presso la scuola Fratelli Bandiera di Roma.

Qui, resterà fino alla pensione.

Alberto Manzi morì il 4 dicembre 1997 a Pitigliano.