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Albert Einstein e il progetto Manhattan: la famosa lettera a Roosevelt

Albert Einstein, una figura di enorme rilievo nel campo della fisica e della filosofia della scienza. Il fisico, considerato il più eminente del XX secolo, avrebbe delle responsabilità nello sviluppo della bomba atomica.

Albert Einstein e il progetto Manhattan

Nello specifico, l’influenza dello scienziato nella nascita dell’ordigno, risale al cosiddetto progetto Manhattan. Quest’ultimo riguardava la creazione di armi nucleari, e consentì lo sviluppo delle bombe che nel 1945 esplosero ad Hiroshima e Nagasaki.

Il progetto deriva dalle riflessioni che Einstein espresse nella lettera indirizzata al presidente Franklin Delano Roosevelt. Nella lettera, il fisico sottolineava la necessità di portare avanti gli esperimenti sulla fissione nucleare per la produzione di bombe, prima che la Germania di Hitler riuscisse nell’ intento.

Hahn e Strassman: gli studi sulla fissione dell’uranio

Otto Hahn e Fritz Strassmann scoprirono la fissione dell’uranio nel 1938, sulla base degli studi di importanti fisici, quali Fermi, Joliot e Heisenberg. Quest’ultimo parlò di un processo, chiamato reazione a catena, per sfruttare il fenomeno per motivi bellici: si sarebbe potuta impiegare una quantità incalcolabile di energia distruttiva.

In maniera del tutto involontaria, Hitler pose le basi per la nascita della bomba americana. Subito dopo le leggi di Norimberga, che penalizzavano gli ebrei, molti studiosi emigrarono in altri paesi, tra i quali Frisch, Fuchs, Szilard, Einstein. Dall’Italia di Mussolini, si spostò in America Enrico Fermi. Senza la loro presenza non ci sarebbe stata la bomba atomica.

Il lavoro di Enrico Fermi: la fissione a catena in forma controllata

A Chicago, Fermi perfezionò la reazione nucleare a catena in forma controllata, nel 1941. Questa reazione era fondamentale per produrre il plutonio, elemento che ha la qualità di essere fissile, ovvero se viene colpito da neutroni si spezza, generando altri neutroni e sprigionando energia.

Dai primi esperimenti alla bomba atomica

In seguito cominciarono i primi test: il 16 luglio 1945, nel deserto del New Mexico, fu fatta esplodere una bomba al plutonio 239, come quella che devastò Nagasaki.

Invece, la bomba che colpì Hiroshima il 6 agosto era basata sulla fissione dell’uranio 235.

L’8 agosto del 1945, i russi dichiararono guerra al Giappone. Il 9 agosto fu lanciata la bomba su Nagasaki. Il Giappone dichiarò la resa cinque giorni dopo.

In realtà Einstein non lavorò mai al progetto della bomba. Gli fu chiesto di occuparsi della costruzione delle armi nucleari, nella convinzione che gli Stati Uniti le avrebbero utilizzate solo per legittima difesa contro un paese dotato di mezzi analoghi.

Tuttavia, il fisico fu costretto a ricredersi quando la bomba venne usata contro il Giappone, allo scopo di imporsi sull’URSS.

Nel periodo conclusivo della sua vita, il 18 luglio 1955, inviò a Bertrand Russel la lettera che sosteneva il cosiddetto “manifesto di Russell-Einstein” sul disarmo nucleare, che fu largamente condivisa da diversi studiosi del tempo.