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Altre due aggressioni nella nella notte contro i sanitari del Cardarelli

Altre due aggressioni, esattamente la quattordicesima e quindicesima da inizio anno, si sono registrate nella scorsa notte all’ospedale Cardarelli di Napoli. Gli episodi sono stati riportati dall’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate pochi giorni dopo il 12 marzo, prima giornata nazionale intitolata all’educazione e prevenzione contro la violenza agli operatori sanitari.

Il modus operandi è il solito, il paziente si presenta autonomamente al pronto soccorso per un trauma toracico a seguito di un incidente. Irritato per l’attesa del triage aggredisce verbalmente medici e infermieri del reparto. A fargli manforte i parenti che all’ingresso distruggono la porta sbarrata.

La seconda aggressione è avvenuta ai danni di una dottoressa di turno che è stata pesantemente insultata da una paziente giunta in ospedale con codi verde a bassa urgenza.

L’associazione tiene il conto delle aggressioni, e come raccontato da Manuel Ruggiero che coordina la pagina Facebook di Nessuno Tocchi Ippocrate:

“L’ospedale più grande del Mezzogiorno si dimostra statisticamente anche quello dove avvengono più aggressioni in assoluto. Si sente molto la nostalgia del drappello di polizia presente fino a pochi anni orsono. A 24 ore di distanza dalla giornata nazionale sulle aggressioni una duplice aggressione che ci evidenzia la necessità di partire con la prevenzione dai giovani per migliorare la condizione lavorativa del personale sanitario”.

E i dati parlano chiaro, da inizio anno in 3 messi si contano 15 aggressioni, 10 all’interno delle strutture ospedaliere, 4 al 118 e un’ultima ad un medico di famiglia. L’ospedale più colpito resta il Cardarelli, seguito da Pellegrini e Ospedale del Mare.

Il “No” alle aggressioni

Il 12 marzo è stata instituita la giornata nazionale  intitolata all’educazione e prevenzione contro la violenza agli operatori sanitari per arrestare un fenomeno in crescita negli ultimi anni soprattutto dopo la pandemia da coronavirus.

“Bisogna approfondire e riflettere su cosa fare per arginare questo fenomeno di inciviltà – ha detto Maria Triassi, presidente della Scuola universitaria promotrice dell’iniziativa – fenomeno peggiorato dallo scoppio della pandemia. Occorre agire sulla leva della formazione ed educazione dei giovani. Agire violenza contro i sanitari non solo è grave ma inconcepibile, un paradosso oltre che una viltà. Un Paese civile non può accettare che ciò accada”.