giovedì 21 Novembre, 2024
13.6 C
Napoli

Articoli Recenti

spot_img

Afghanistan: 104 anni fa ottenne l’indipendenza

Il Trattato di Rawalpindi, firmato l’8 agosto 1919 (ratificato il 19), pone fine al lungo tentativo della Gran Bretagna di controllare il grande paese di mezzo, l’Afghanistan. Ci fu una specie di Guerra Fredda ante litteram, fatta di continui scontri. In questo contesto per la Gran Bretagna l’Afghanistan assunse un ruolo decisivo e, dopo la firma di due “trattati ineguali” poco rispettati, nel 1838 ci fu la prima occupazione. Tra il dicembre 1838 e la fine del 1840 l’esercito britannico raggiunge l’Afghanistan e conquista Kandahar e Kabul, qui Shah Shuja, un monarca “fantoccio” sotto il controllo degli inglesi, viene incoronato al posto di Dost Mohammad che fugge.

Nel 1841, esasperati dal controllo inglese e dalla eccessive attenzioni che gli ufficiali prestano alle ragazze afghane, inizia per gli inglesi una delle pagine più dolorose della loro storia di colonizzatori. Il comandante militare Elphinstone non capì la gravità della situazione, accettò l’offerta di un ritiro controllato e iniziò una marcia con circa 16.000 persone fra militari e civili. Morirono quasi tutti a causa del gelo perché non attrezzati per fronteggiare il rigido inverno afghano e per i continui agguati da parte delle diverse tribù. Il 44° Reggimento britannico fu massacrato a 50km da Jalalabad.

L’Inghilterra è appena uscita dalla I Guerra Mondiale che le è costata soldi e uomini, al tavolo delle trattative di Parigi si stanno concludendo gli accordi per la nuova sistemazione del Medio Oriente e ovunque nel mondo arabo ci sono disordini e proteste per il tradimento delle promesse fatte durante la guerra; in India manifestazioni e tumulti sono all’ordine del giorno. In questa situazione il governo inglese non vuole e non può permettersi l’apertura di un nuovo fronte in Afghanistan e decide il ritiro delle truppe ma solo dopo alcuni bombardamenti aerei della neonata RAF.

Si arriva così alla firma del Trattato di Rawalpindi con cui l’Afghanistan viene riconosciuto completamente indipendente e che dà origine alla Festa d’indipendenza ancora oggi celebrata il 19 agosto. Seguiranno diversi sovrani in un’altalena di riforme tentate e frenate dagli ambienti religiosi più conservatori fino al 1964 quando Zahir Shah emana la costituzione parlamentare dando il via alla nascita di partiti che dopo poco decreteranno la fine della monarchia e provocheranno l’invasione da parte della URSS nel 1979.

Le vicende degli ultimi decenni sono fin troppo note: lotta all’occupazione, nascita dei  mujaheddin, supportati da USA e Pakistan, che dopo 10 anni di dura lotta riescono a ricacciare l’Armata Rossa oltre i confini ma danno vita a governi instabili, senza riuscire a riunificare tutte le diverse etnie presenti.

L’attacco alle Torri Gemelle e la successiva guerra, guidata dagli USA, convinti a buon diritto che Osama bin Laden si nasconda lì, portano anni di contrasti, divisioni, infinite perdite umane ed economiche.

L’Afghanistan, dunque, è una terra martoriata dalla guerra. Il suo popolo ha avuto è pochi spiragli di luce in mezzo a tanti secoli di buio. Soprattutto adesso, dopo 20 anni che le truppe occidentali hanno prima scacciato i talebani e poi cercato di tenere in sicurezza tutta la popolazione, sono state costretti al ritiro e i talebani hanno immediatamente preso il controllo del paese.

La situazione in Afghanistan è tragica da molti punti di vista. Dal punto di vista economico da agosto 2021 900.000 persone, di cui la maggior parte donne, hanno perso il lavoro e il 97% della popolazione è al di sotto della soglia di povertà. Il World Food program, il programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, da 18 milioni di pacchi alimentari che preparava adesso ne fa circa 24 milioni per una popolazione di 34 milioni di persone. Le banche ancora funzionano, ma con pochi fondi. L’Occidente dava all’Afghanistan degli aiuti economici che rappresentavano più o meno il 60% del budget finanziario del Paese. Oggi questi soldi non sono sufficienti, non ci sono medicine e la maggior parte dei centri per la disintossicazione dalla droga sono chiusi.

Inoltre c’è la crisi politica, perché i talebani sono un gruppo insurrezionale che non riesce a gestire un intero Paese, soprattutto senza i soldi per farlo. Oggi le donne in Afghanistan possono uscire di casa solo se hanno una buona ragione, non possono guidare e ovviamente non possono viaggiare. Devono indossare il burka che lascia fuori solo gli occhi e non possono andare a scuola oltre i 12 anni. Da quando i talebani hanno preso il potere non possono lavorare, ma molte donne sono vedove con figli quindi non hanno nessun modo per mantenerli.