Hollywood in lutto per Peter Bogdanovich: il regista, sceneggiatore e attore statunitense, nominato all’Oscar per L’ultimo spettacolo, è morto all’età di 82 anni, nella sua casa a Los Angeles.
Considerato uno degli esponenti di punta della Nuova Hollywood degli anni ‘70, Bogdanovich è morto ieri, 6 Gennaio, appena dopo la mezzanotte, per cause naturali, secondo le dichiarazioni della figlia Antonia Bogdanovich all’Hollywood Reporter.
Peter Bogdanovich è stato uno dei rari casi di regista cinematografico a passare dalla passione per il cinema e dal mondo della critica giornalistica, alla vera e propria azione sul campo.
Questo gli ha consentito di perfezionare uno stile raffinato, capace di distinguersi per l’assoluta nitidezza delle scene e, soprattutto, per una costruzione scenica brillante e mai scontata.
Nonostante Bogdanovich fosse parte integrante, di fatto, della cosiddetta New Hollywood, i suoi film risultano più vicini alla Golden Age: L’ultimo spettacolo (1971) e Paper Moon (1973), vennero girati in bianco e nero, nonostante il format risultasse obsoleto da decenni, a dimostrazione della nostalgia e del romanticismo che contraddistinguevano l’uomo oltre l’autore.
Questo amore nostalgico lo ha indotto, più tardi, a rifare generi classici del cinema americano: la commedia Ma papà ti manda sola?(1972) con Ryan O’Neal e Barbra Streisand; il cinema muto hollywoodiano di Vecchia America (1976) con O’Neal, Burt Reynolds e Tatum O’Neal.
Sua anche la parte del dottor Kupferberg, l’analista della dott.ssa Melfi, nella serie televisiva de I Soprano, che ha ricevuto 5 Golden Globe Award e 82 premi speciali, 211 nomination, consacrandosi come la serie più premiata di sempre.
Il suo stile è riuscito a lasciare una traccia soprattutto in registi come Quentin Tarantino, Fincher ed Anderson, che hanno inserito all’interno delle proprie opere richiami a quei mondi comici e classici che il genio di Peter Bogdanovich è sempre riuscito a restituire nella forma più iconica e celebrativa.
Cinque film di Peter Bogdanovich
L’ultimo spettacolo
Con Timothy Bottoms, Jeff Bridges, Cybill Shepherd, Ben Johnson, Cloris Leachman, Ellen Burstyn.
Stati Uniti, 1971; 118’. La chiusura del cinema di una piccola cittadina del Texas fa da sfondo al passaggio dall’adolescenza all’età adulta di un gruppo di ragazzi. Nel ruolo di uno dei ragazzi si distingue un ventenne Jeff Bridges che si guadagnò una candidatura all’Oscar come attore non protagonista.
Paper moon
Con Ryan O’Neal, Tatum O’Neal, Madeline Kahn.
Stati Uniti, 1973; 102’.
Nel Kansas della Grande depressione un piccolo truffatore si ritrova con un’orfana a carico. Ma più che una zavorra, la bimba si rivelerà un’ancora di salvezza per l’uomo. Dal film fu tratta una serie tv in cui il ruolo di Tatum O’Neal era interpretato da Jodie Foster.
Vecchia America
Con Ryan O’Neal, Burt Reynolds, Tatum O’Neal, Stella Stevens, Brian Keith.
Stati Uniti/Regno Unito, 1976; 121’.
Divertente lettera d’amore ai pionieri della settima arte scritta da Bogdanovich a partire da aneddoti raccolti direttamente dallo stesso regista durante le sue interviste a grandi di Hollywood come John Ford e Raoul Walsh.
E tutti risero
Con Audrey Hepburn, Ben Gazzara, Patti Hansen, John Ritter, Colleen Camp, Dorothy Stratten.
Stati Uniti, 1981; 115’.
I detective di una piccola agenzia investigativa di New York tendono a innamorarsi delle donne che devono spiare per conto dei mariti.
Tutto può accadere a Hollywood
Con Imogen Poors, Owen Wilson, Katherine Hahn, Jennifer Aniston, Rhys Ifans, Will Forte. Stati Uniti/Germania, 2014; 93’.
Commedia newyorchese degli equivoci che coinvolge un regista infedele, la moglie e una squillo con aspirazioni da attrice. In un cameo finale compare Quentin Tarantino che alla fine degli anni novanta ospitò Bogdanovich in difficoltà in una sua casa di Los Angeles proprio come Bogdanovich, negli anni ottanta, aveva ospitato Orson Welles.
Considerato uno degli uomini più rilevanti e più illustri della storia di Hollywood, il mondo dello spettacolo piange Peter Bogdanovich, regista ed attore statunitense