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Acqua ‘e maggio, parole ‘e sagge: cultura e bellezza

Acqua ‘e maggio, parole ‘e sagge, è un modo di dire molto diffuso nel dialetto napoletano, usato spesso.

Scopriamone il significato…

Tale affermazione, considerata a tutti gli effetti un aforisma, insegna quanto in realtà molti proverbi siano più affidabili di alcune cose, tra queste le previsioni  meteorologiche.
L’espressione suggerisce il fatto che a maggio le probabilità che possano verificarsi delle precipitazioni siano in realtà tanto alte quanto la probabilità che dalla bocca di un saggio possano uscire importanti massime di vita.

Acqua ‘e maggio, parole ‘e sagge

I proverbi contribuiscono ad arricchire il patrimonio culturale di una realtà, rendendolo prezioso. Soprattutto a Napoli, dove sono ancora in uso tantissime espressioni dialettali e proverbi, questi ultimi rappresentano una vera e propria “cassaforte dischiusa”.

La mente vaga e sembra continuare a respirare il presente traendo linfa dal proprio passato. È proprio ciò che accade quando si attingono proverbi, modi di dire o aforismi che dir si voglia, dal patrimonio linguistico di una realtà.
Sicuramente ciò che più colpisce, oltre all’identificazione metaforica della frase in esame, sono quella serie di elementi derivanti dalla quotidianità, puri e semplici, che contraddistinguono ogni parola, “colorandola” di significato. 

Le piogge che caratterizzano il mese di maggio, dovrebbero essere pressoché nulle, affinché si possa avere un buon raccolto. Allo stesso modo le parole di un saggio, per essere considerato veramente tale,  devono essere poche, non frequenti ma ovviamente utili, altrimenti si finirebbe per parlare a sproposito.

Il famoso proverbio napoletano Acqua ‘e maggio, parole ‘e sagge si fa portatore proprio di tale messaggio, di notevole grammatura morale e dal significato profondo.

Realtà, vita quotidiana e letteratura  

Alcuni filologi e letterati italiani hanno associato il proverbio di cui si dibatte, al concetto di bellezza di uno dei massimi esponenti del Dolce Stil Novo, Guido Cavalcanti; caro amico di Dante, che aderì alla corrente stilnovistica, il poeta interpretó la corrente letteraria duecentesca con una serie di elementi naturali e con un maggior coinvolgimento emotivo.

Per Cavalcanti, il mese di maggio è quello più bello per amare, per donare se stessi, quasi senza vergogne; è soprattutto un mese dedicato alle donne, (secondo la visione teocentrica maggio rappresenta il mese dedicato alla Madonna, Madre di tutte le donne).

Ecco dunque che all’interno di questa prospettiva, il modo di dire tipicamente napoletano, Acqua ‘e maggio, parole ‘e sagge, tanto onomatopeico quasi da sembrar poetico,  assume i contorni poetici di un tempo… identificandosi con la saggezza delle donne.

Una visione diversa dall’attribuzione etimologica attribuita ai proverbi, ma frequentemente esaminata, anche per provare a dare una spiegazione completa e quanto più possibile forbita ad una “semplice” affermazione.