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Abbattimento palazzina, nonostante condono accettato

 

Abbattimento palazzina Napoli.

Un edificio abitato da sei famiglie. E altri tre inquilini. Una intimazione di sfratto in piena pandemia.

Questo, il caso di una palazzina edificata a Secondigliano. Non il primo e non l’ultimo provvedimento sopra le righe che è stato preso dopo un continuo rimpallo tra Procura e Comune di Napoli. In mezzo i cittadini in un turbine burocratico senza fine.

Il caso :

La palazzina è stata costruita abusivamente negli anni ’90.  Con  legge del Condono nel 1994 i proprietari presentarono così cinque istanze al Comune.  Quest’ultimo accettò tali istanze e i proprietari pagarono settanta milioni delle vecchie lire. Con ricevuta fiscale,  il Comune restituiva una quota ai proprietari, poiché avevano pagato più del dovuto. Defunti i proprietari, la palazzina passa poi  nelle mani degli eredi che provvedono di fatti a pagare oneri al notaio.

Col passare degli anni nella palazzina vengono effettuati ulteriori lavori che vengono correttamente registrati dal notaio stesso; intanto sia i proprietari che inquilini pagano le tasse regolarmente.

Nel 2017 arriva un atto  che si appella ad un’altra notifica del 1994 che concerne l’abbattimento della palazzina. Così i proprietari hanno comunicato direttamente al Comune, con documenti alla mano, appellandosi al sopracitato condono pagato e notificato. Il Comune non risponde, arrivando così allo scorso Gennaio, in cui arriva l’intimazione di abbattimento  da parte della  Procura,  entro cinquanta giorni, negando così la possibilità di poter gestire la situazione nei sei mesi che di solito vengono concessi per lasciare un immobile, con tutte le difficoltà che ciò comporta soprattutto in un contesto pandemico.

L’avvocato che segue il caso dei proprietari della palazzina avvia così la pratica da incidente di esecuzione, scrivendo così alla Procura e invitare alla valutazione dei documenti prodotti, licenze, e condono annesso.

Nel frattempo il Comune di Napoli risponde che la palazzina deve essere abbattuta in ogni caso, o a carico dei proprietari, che ripetiamo negli anni hanno curato le proprie abitazioni, pagando regolarmente le tasse, oppure pagando ventimila euro di multa al Comune stesso.

Appello al Tar

I proprietari così fanno richiesta al Tar spiegando tutta la questione nei dettagli e facendo presente di aver sempre pagato tasse e di possedere le licenze, chiedendo così un rimborso per l’errore commesso dal Tar stesso che aveva rilasciato le licenze stesse. La Procura intanto ha incalzato e ha costretto sia i proprietari che gli inquilini a lasciare l’immobile pochi giorni fa. Senza appello.

Come si può ben capire questo ha comportato non soltanto un grande dispendio di danaro, ma anche l’enorme disagio di dover abbandonare la propria abitazione nonostante il fatto che  tutti gli atti presentati fossero comunque in regola. Tari e Tasi incluse.

” Facciamo appello a questo punto ai Magistrati e al Presidente della Repubblica, non siamo palazzinari abusivi, ma cittadini che pagano le tasse regolarmente e che tempo addietro hanno presentato regolarmente la quota per il Condono, allora accettato. Vogliamo giustizia”