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‘A Santarella, S. Maria Francesca delle Cinque Piaghe

“A’ Santarella” è l’epiteto in cui è noto il culto e la devozione del partenopeo, soprattutto di una determinata area dell’entroterra napoletano intorno alla figura di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe. 

Nel contesto napoletano e meridionale, la spiritualità si misura a livello antropologico intorno alla mutazione della Grande Madre, che dal culto di Iside al clima Paleocristiano, ha visto un climax crescente verso l’affidarsi al culto mariano fino ad approdare a mere messaggere della fede cristiana di matrice cattolica verso mariti, come S. Agata a Catania oppure immagini carismatiche, come la sopracitata “A’ Santarella re Quartieri“.

La vicenda biografica si articola nell’area che oggi vede il proselitismo religioso e il locus in cui si sviluppa il culto tra la prima e seconda metà del 700′, cioè nella zona dei Quartieri Spagnoli.

Una vita fatta di ristrettezze affettive in ambito familiare, sopportate attraverso la forza della fede che portarono sin dall’adolescenza ad abbracciare la vita religiosa, in primis frequentando la chiesa di Santa Lucia del Monte dell’attuale corso Vittorio Emanuele II, poi, secondo i dettami del terz’ordine regolare di San Francesco abbandonando l’identità di Anna Maria Gallo e abbracciando il nome Maria Francesca.

L’influsso di tendenze giansenite unitamente alla pratica di penitenze ne fecero accrescere l’immagine di santità e primi proselitismi anche illustri nel versante religioso cristiano napoletano come Francesco Saverio Maria Bianchi, anche a seguito di episodi di preveggenza come profetismo di eventi quali la Rivoluzione francese.

Fenomeno correlato alle pratiche ascetiche che diede crescita al nome de A’ Santarella è l’accoglienza presso di ella di donne sterili o partorienti, soprattutto in un momento storico difficile come l’occupazione nazista del 1944, è certamente la comparsa delle stigmate durante il periodo quaresimale.

Ad accogliere oggi il culto de A’ Santarella dal 2001, a seguito della transizione delle spoglie presso la sua casa natale sita in via Tre Re a Toledo, nei pressi di via Roma, trasformata in chiesa convento divenuta meta di pellegrinaggi. 

A testimoniare il culto vi sono numerose edicolette votive in cui viene esposta l’icona plastica o figurale della santa, tratteggiata con gli emblemi della passione cristologica come la corona di spine che le cinge il capo e il crocifisso, unitamente al giglio e al rosario, simbolo della castità e della fede.

Altri dati iconici caratteristici della beata è il profilo giovanile estasiato, con lo sguardo genuflesso rivolto verso il crocifisso; ad evidenziare l’aspetto mistico vi è anche la rappresentazione delle stigmate, emblema del rapporto con Cristo.

Il ricordo liturgico viene celebrato dalla Chiesa cattolica il 6 ottobre, a seguito della canonizzazione di Pio IX nel 1867.

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."