C’è aria di protesta a Natale. Genitori e insegnanti sono arrabbiati perché speravano in un rientro in aula degli studenti delle superiori già prima di Natale, ma il Dpcm lo ha spostato per il 7 gennaio.
Così il comitato Priorità alla scuola torna a farsi sentire nelle piazze di Napoli, Firenze, Bari, Roma, Parma, Bologna, Modena, Ancona, Avellino, Sorrento, Salerno.
Tutta l’Italia dunque si muove a protesta per cercare di risolvere questa situazione.
Altri due elementi che sono a stretto collegamento con le scuole e che non sono stati risolti sono i trasporti e il potenziamento della medicina territoriale per il tracciamento dei contagi.
La ministra Lucia Azzolina ha affidato il nodo dei trasporti ai prefetti che devono aprire tavoli con gli enti locali.
Quello che le famiglie temono e che da qui a gennaio la situazione non cambierà. Si teme anche che nulla sarà fatto da quegli amministratori che sinora hanno ritenuto più conveniente la didattica a distanza.
Questo è quanto afferma il comitato Priorità alla scuola: “Il prolungamento della didattica a distanza non è il rimedio, ma piuttosto il veleno: non solo acuisce le disuguaglianze sociali, ma aggrava le lacune educative e fa aumentare le forme di disagio psicologico negli adolescenti”.
Il comitato ha fatto i suoi conti: le superiori sono chiuse dal 24 febbraio, poi per 40 giorni sono tornate in presenza, ma non in Campania e in Puglia. Solo 40 giorni, pochissimi, per questo si sta cercando il modo di intervenire.
Ha preso dunque il via un flash mob intrapreso dalle mamme, che sfilano con cartelli con sopra scritto “Usciamo dagli schermi”, “La scuola è a scuola”, “Rifugiati didattici”.
In Piazza Plebiscito le mamme hanno formato un cerchio protestando contro De Luca, poiché è inammissibile che solo in Campania le scuole siano ancore chiuse. Le mamme rivogliono la scuola aperta poiché questa situazione è difficile da sopportare e da sostenere ulteriormente.