A Casavatore tre arresti dopo la rapina nella pizzeria “Un posto al sole”. Oggi, lunedì 22 novembre, nell’ambito di un’indagine diretta dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli nord, i carabinieri hanno dato esecuzione a un decreto di fermo nei confronti di tre uomini, gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di rapine aggravate, di rapina consumata e di svariate tentate rapine.
Entrarono nella pizzeria di sabato sera, a Casavatore tre arresti per uomini che imbracciando un Kalashnikov e un fucile, li hanno puntati contro i clienti seduti ai tavoli accanto ai loro bambini. Senza nessuno scrupolo. In sala terrore e sbigottimento e la sensazione di essere stati improvvisamente catapultati in un film. Ma era una scena reale. La dinamica della rapina messa a segno il 9 ottobre scorso a Casavatore, in provincia di Napoli, nel locale “Un posto al sole” scosse l’opinione pubblica nazionale e le immagini choc fecero il giro del web. Oggi tre persone sono state arrestate dai carabinieri di Casoria con l’accusa di aver messo a segno quello e altri colpi. Per i tre anche l’accusa di associazione a delinquere. In manette sono finiti Marco Giardino (incensurato) e Salvatore Di Matteo, entrambi di 20 anni, e Antonio Silvestro di 32 anni.
Uno armato di un fucile, l’altro di kalashnikov, le armi puntate anche contro un papà che teneva in braccio due bambini e contro un altro signore seduto ad un tavolo affianco al figlio, che ha subito cercato rifugio tra le braccia della madre. Le scene riprese dalle videocamere di sorveglianza del locale, visualizzate migliaia e migliaia di volte sui social, raccontano attimi di puro terrore di famiglie improvvisamente proiettate in un abisso di spregiudicata violenza, durante un tranquillo sabato sera in pizzeria. I rapinatori non si limitarono a prelevare l’incasso, ma minacciarono i presenti tavolo per tavolo perché consegnassero denaro, orologi e gioielli. È stata quella rapina a far scattare le indagini grazie alle quali i militari hanno individuato una organizzazione stabile dedita alla commissione di rapine anche con l’uso di armi da guerra. Le tre persone fermate in pochi giorni avevano organizzato numerose rapine, tutte sventate, perché all’indomani del colpo in pizzeria fu enormemente rafforzata la presenza dei carabinieri sul territorio.