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2 Dicembre 1944.Moriva Marinetti, padre del futurismo

2 Dicembre 1944.Moriva Marinetti, padre del futurismo. Nato nel 1974 ad Alessandria d’Egitto, da giovane aveva studiato a Parigi distinguendosi come poeta in lingua francese. Nel 1905 fondò a Milano Poesia, una rivista inizialmente di ispirazione  simbolista ma che poi accolse versi di poeti d’avanguardia italiani e francesi. Fece scalpore la sua Inchiesta internazionale sul verso libero, scritta contro la poesia decadente (che ovviamente non sarebbe piaciuta affatto a D’Annunzio)

IL 20 Febbraio 1909, con un “manifesto” apparso sul Figaro di Parigi, Filippo Tommaso Marinetti  diede vita ufficialmente al movimento futurista .manifesto che in realtà era stato già inviato come volantino a vari intellettuali italiani e pubblicato il 5 febbraio sulla “Gazzetta dell’Emilia”.Lo  riportiamo integralmente perchè resta certamente  la sua intuizione migliore

Manifesto del Futurismo

Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.
Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

Affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.

Noi vogliamo

Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.

Non v’è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all’uomo.

Siamo sul promontorio estremo dei secoli!… Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.

Vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.

Vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.

Noi canteremo

Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi;

i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l’orizzonte, e le locomotive dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

Futurismo femminista o antifemminista?

Molto discussa anche il rivendicato maschilismo bellico e l’accusa al femminismo presenti nel manifesto. Ma c’è un equivoco. Marinetti intendeva disprezzare non la donna in quanto tale ma in quanto simbolo di debolezza. E contestarne una visione romantica e aulica, come essere fragile, prigioniero di stereotipi. Proprio l’opposto del significato che ha oggi. A conferma di ciò il Futurismo è stato il primo movimento del XX secolo  ad accogliere le donne e sono molte le  poetesse e le artiste vi aderirono. A partire da Valentine de Saint-Point, poetessa e autrice del Manifesto della Donna futurista.

L’importanza di Marinetti

2 Dicembre 1944.Moriva Marinetti, padre del futurismo. E proprio in occasione dell’ottantesimo anniversario della sua morte si apre alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma una grande mostra sul movimento da lui fondato. Marinetti fu ed è tuttora una figura molto discussa.

2 Dicembre 1944.Moriva Marinetti, padre del futurismo. Ebbe certamente molti meriti Ma più che poeta in senso stretto rimarrà nella storia soprattutto per sua azione provocatoria e di rottura col passato in tutte le arti . Un vero trascinatore ,che ispirò con le sue idee un’intera generazione di artisti.  I suoi manifesti ,almeno trenta  redatti in sequenza fino agli anni Trenta, investirono di forza dirompente ogni settore della vita. Dall’architettura al cinema, dalla pittura al teatro, dalla danza alla fotografia dalla musica alla cucina.

                 

La cucina futurista contro la pasta

“ Agli italiani la pastasciutta non giova. Per esempio, contrasta collo spirito vivace e coll’anima appassionata generosa intuitiva dei napoletani. Questi sono stati combattenti eroici, artisti ispirati, oratori travolgenti, avvocati arguti, agricoltori tenaci a dispetto della voluminosa pastasciutta quotidiana. Nel mangiarla essi sviluppano il tipico scetticismo ironico e sentimentale che tronca spesso il loro entusiasmo. Ne derivano: fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo”.

L’utopia futurista

Da tutto ciò emerge chiara l’intenzione di Marinetti di voler plasmare, prima azzerandola  e poi rifondandola, una nuova concezione della vita oltre che dell’arte. Ma nella pratica l’operazione sarebbe pienamente riuscita  soprattutto in pittura e non a caso  il futurismo oggi si identifica soprattutto con le arti figurative .Tutto il resto sarebbe rimasto nell’utopia marinettiana di una ricostruzione futurista dell’universo. Come tutte le utopie, bella e impossibile.

Dario Nicolella
Dario Nicolella
Medico oncologo e dermatologo, con la passione per la scrittura, l'arte e la poesia. Autore di saggi su tematiche toponomastiche, storiche, mitologiche (sirene, luna) ed artistiche (cupole e chiostri napoletani) riguardanti in particolare località campane, nonchè di numerose sillogi poetiche. Vincitore di premi letterari.