Il coccio è un pesce prelibato che tanti amano e che delizia i palati di chi predilige i piatti a base di mare.
Ricordiamo che il coccio, scientificamente definito: Chelidonichthys lucerna, appartiene alla famiglia delle triglidae: è una specie diffusa dal Mare del Nord alle coste dell’Atlantico, fino al Mediterraneo e al Mar Nero.
Probabilmente in pochi sanno che in Campania il coccio è chiamato “Gallinella”. Da cosa nasce questa simpatica accezione?
Dal punto di vista etimologico non esistono correlazione tra i due nomi, nè assonanze; il motivo è legato ad un altro aspetto.
Il nome Gallinella di mare deriverebbe dal verso che il pesce emette quando viene catturato: una sorta di grugnito, molto caratteristico.
Una sorta di ringhio che emette quando si avvicina il pericolo. Questo suono è prodotto dalla vibrazione della vescica natatoria sotto l’azione di muscoli speciali.
Un suono onomatopeico secondo qualcuno, mentre gli studiosi lo definiscono un verso. In realtà non c’è concomitanza tra le due versioni, e soprattutto a Napoli, i pescatori più esperti raccontano del verso emesso dalla gallinella di mare, che ben si distingue durante la pesca.
Ricordiamo che la gallinella di mare o coccio può raggiungere all’incirca i 70 cm di lunghezza e talvolta, anche i 6 Kg di peso. Ottimo per zuppe ma anche per piatti prelibati e gourmet, ha un sapore inconfondibile ed estremamente delicato.
Nonostante sia un pesce povero ed economico, la gallinella di mare è molto versatile.