TATUAGGI, body art o autolesionismo?
Estate.Scoppia ogni estate la voglia di mare .E anno dopo anno scoppia sempre più la voglia di mostrare.Negli ultimi anni è letteralmente esplosa la moda del tatuaggio. Del tutto tramontata l’epoca in cui li esibivano solo ex detenuti, mercenari o marinai. Oggi i tatuaggi sono diventati una forma d’arte attraverso la quale si appaga il bisogno di “firmare” la pelle con una griffe artistica. Troppo concentrati sul lato estetico tuttavia, se da un lato perpetuiamo uno dei riti più antichi della storia dell’uomo, corriamo anche dei notevoli rischi dal punto di vista medico,in particolare dermatologico.
I tatuaggi nell’antichità ( i primi risalgono a 5000 anni fa ) potevano talvolta rappresentare simboli sacri o magici, altre volte costituivano una specie di carta d’identità incisa sul corpo che comunicava la propria appartenenza tribale o a una casta, ad esempio sacerdotale o guerriera.
La diffusione del tatuaggio
La situazione oggi è completamente cambiata. Il business tatuaggi è diventato esplosivo. Nel 2019, il mercato globale dei tatuaggi aveva un valore di oltre 100 milioni di dollari e si stima che raggiungerà i 145 milioni di dollari entro il 2027. Un tatuaggio può essere un messaggio più o meno esplicito da comunicare agli altri.Oppure un ornamento da indossare sempre per sentirci unici e uniche.O ancora una prova d’amore, l’elaborazione di un lutto, un simbolo di appartenenza e così via. In psicologia l’interpretazione dei tatuaggi aiuta alla caratterizzazione di un soggetto in quanto espressione esteriore di un vissuto interiore emozionale e identitario .
C’è chi si tatua per far risaltare pettorali e bicipiti da palestra, chi al contrario per nasconderne i difetti, chi solo per ricordarsi ogni momento di un nome o di un simbolo cui si è particolarmente legati. Al punto che tatuaggi particolarmente vistosi attraggono ormai l’attenzione molto più di un volto. Si guardano ormai più gli smartphone e i tatuaggi, che non i visi.
Tatuaggio come moda
Tatuaggi sempre più estesi, sempre più vistosi, sempre più colorati, che in teoria dovrebbero abbellire ma che spesso deturpano e imbrattano , anche perché non sempre fatti da artisti. Non sempre adatti ad un determinato tipo di corporeità. E spesso opera di più mani in tempi diversi fino a diventare un guazzabuglio di frasi e di simboli.
Nessuno poi teme un possibile ripensamento, un pentimento che prima o poi potrebbe arrivare. A quel punto saranno dolori (in tutti i sensi, fisici ed economici) se si è optato per un tatuaggio permanente. Tatuaggi, body art o autolesionismo?
Tatuaggi, body art o autolesionismo?
Ma ci sono anche altri risvolti, ancora più importanti, dei quali stranamente si parla pochissimo, quelli sanitari. La cute non è come una tela di un quadro o un muro da street art. Si tratta di un organo a tutti gli effetti, con le sue innumerevoli patologie dermatologiche. Però è l’unico organo esterno, per il quale a differenza degli organi interni conta molto ancora oggi la semplice osservazione clinica
Ricoprire quindi la nostra cute di inchiostri, temporanei o permanenti che siano, significa non solo contribuire all’insorgenza di malattie infiammatorie (dermatiti irritative) allergiche (eczemi da contatto) e autoimmuni (pseudolinfomi e psoriasi) dovute ai pigmenti utilizzati. Significa soprattutto ostacolare il dermatologo nella diagnosi precoce delle neoplasie cutanee. Inoltre un recente studio svedese ha notato un incremento significativo nel rischio di ammalarsi di linfomi.
Consigli dei dermatologi
Se si decide di fare un tatuaggio i dermatologi consigliano che sia di piccole dimensioni e soprattutto in parti del corpo dove non ci siano nevi da monitorare perché il tatuaggio ostacolerebbe la nevoscopia.
Col nuovo regolamento Europeo sono stati banditi i pigmenti dei colori che contengono sostanze potenzialmente nocive, come nichel, mercurio, cromo e isopropanolo. Consigliati invece i colori biologici. Tuttavia giallo, arancione e rosso si possono riprodurre con sostanze naturali, non altri come verde e blu. Ma chi controlla ? E soprattutto ,siamo sinceri, chi di noi riempirebbe di inchiostri colorati il proprio fegato o il proprio cuore ?