‘O NNAPULITANO, una lingua vulnerabile. Dal caso Geolier ai social.
Tutti ricordano il polverone scatenato dalla partecipazione di Geolier all’ultimo Festival di Sanremo.
Da un lato i puristi della lingua italiana contestavano l’uso del dialetto napoletano, facendo finta di ignorare che la musica napoletana, classica e moderna, è patrimonio riconosciuto dell’umanità e parte essenziale della melodia italiana; dall’altro però i puristi del dialetto napoletano contestavano quello che a loro parere era lo scempio della parlata partenopea nel testo incriminato.
Dal caso Geolier ai social
Maurizio De Giovanni ha sottolineato come “Il napoletano è una lingua, ha una sua scrittura e questa ha diritto al rispetto“. Alcuni ribattono che si tratta di uno slang giovanile (tra questi il Sindaco Manfredi) che ogni lingua evolve e che il napoletano attuale è molto diverso da quello dei grandi poeti e drammaturghi del passato, da Di Giacomo a De Filippo, da Bovio a Viviani, da Murolo a Scarpetta e a Totò. Ma il problema è la scrittura dei testi.Senza andare troppo indietro nel tempo, basta leggere in rete le parole delle canzoni di Pino Daniele e risalta subito agli occhi un’abissale differenza con Geolier, Clementino e altri musicisti, rapper o neomelodici che siano.
‘O nnapulitano,una lingua vulnerabile
Ogni lingua neolatina, compreso l’italiano e i suoi dialetti, ha le sue regole che prescindono dallo scorrere del tempo. Se uno non sa scrivere i testi in un corretto napoletano, o si affida ad un linguista o impara seguendo un corso.
Un conto è l’evoluzione di una lingua, un conto è la sua involuzione che la destina ad un’inevitabile estinzione.Un conto è parlare uno slang e un conto è non saperlo tradurre in una scrittura corretta: vocali sparite, assenza del raddoppio fonosintattico delle consonanti, segni di elisione inesistenti o inventati.
Imparare ‘o nnapulitano scritto e parlato
Si intuisce, data l’importanza che ormai i social hanno nella nostra vita quotidiana, la necessità di diffondere una scrittura corretta del dialetto napoletano.La verità è che molti lo parlano ma pochi sanno scriverlo, e il fenomeno è diffusissimo.Basta andare sui social e c’è da mettersi le mani nei capelli
In quest’ottica l’azione dei divulgatori della lingua napoletana è fondamentale. Tra questi l’Associazione I Lazzari (associazionelazzari@gmail.com/tel 3318923006) della quale è Presidente l’infaticabile Davide Brandi, che negli ultimi anni ha iniziato una meritoria e incessante opera di salvaguardia della lingua napoletana, organizzando presso varie sedi in Campania, ma principalmente presso lo storico Palazzo Venezia a Spaccanapoli, corsi gratuiti (in presenza e on line) nei quali si approfondiscono le etimologie e l’ortografia di questa affascinante lingua. Tuttavia è arrivato il momento di estendere questi corsi anche alle scuole secondarie al fine di ridare dignità ad una nobile lingua troppo spesso storpiata e diffonderne un’adeguata conoscenza tra i ragazzi.