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Diego Velázquez: l’ospite illustre alle Gallerie d’Italia a Napoli

Io Diego Velázquez (Siviglia, 1599 – Madrid, 1660) lasciò a Napoli “un segno grandioso”. Proprio per questo, la città, ha deciso di omaggiare l’ospite illustre alle Gallerie d’Italia, nella sede di Palazzo Piacentini.

Due capolavori di Diego Velázquez provenienti dalla National Gallery di Londra: “Immacolata Concezione” e “San Giovanni Evangelista sull’isola di Patmos”, saranno visitabili fino al 14 luglio 2024.

Il primo dipinto raffigura l'”Immacolata Concezione”, identificata dalla tradizione cattolica con la donna vestita di sole che appare a San Giovanni in esilio presso l’isola di Patmos, che è il soggetto della seconda tela.

Il Santo nell’Apocalisse così descrive la visione: “Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle”.

Diego Velázquez e Napoli

Il pittore sivigliano visitò la capitale del Viceregno nel corso dei suoi due soggiorni in Italia: il primo, motivato da ragioni di studio (e forse anche da compiti di spionaggio per il re di Spagna Filippo IV), tra l’estate del 1629 e i primi del gennaio 1631; il secondo, più lungo e ufficialmente legato al suo ruolo di soprintendente alle opere d’arte delle residenze reali, tra il gennaio 1649 e il giugno 1651.

Il primo soggiorno napoletano è certificato in un documento dell’Archivio Storico del Banco di Napoli: un pagamento di 154 scudi che l’artista riscosse di persona all’antico Banco di San Giacomo, proprio la sede delle Gallerie d’Italia dove ora tornano le sue opere.

Diego Velázquez: naturalismo spagnolo e napoletano

Accanto alle tele di Diego Velázquez sono esposte altre due opere raffiguranti l’Immacolata Concezione: uno di Paolo Finoglio, in prestito dal vicino convento francescano di San Lorenzo Maggiore, e uno di Battistello Caracciolo, conservato nella chiesa della Natività della Beata Maria Vergine a Roccadaspide, nel Cilento.

Questo perché la monarchia spagnola ebbe un ruolo fondamentale nella promozione del culto dell’Immacolata Concezione, che assunse perciò anche un valore politico, con importanti riflessi nelle arti figurative in tutti i territori compresi nel raggio di influenza della corona asburgica.

Inoltre, la scelta di esporre altre due tele accanto a quelle del maestro sivigliano, è per testimoniare le forti analogie tra il naturalismo spagnolo e quello napoletano.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.