Morto il più grande ricercato giapponese: Satoshi Kirishima. Non vedremo più la sua foto segnaletica nelle stazioni giapponesi, foto che era oramai diventata familiare a buona parte dei giapponesi.
Eh si, perché Satoshi Kirishima, uno degli uomini più ricercati del Giappone ci ha lasciati qualche giorno fa, morendo da uomo libero in un ospedale di Kamakura, a sud di Tokyo.
48 anni di ricerche e non sono riusciti a prenderlo, e noi qui in Italia a perdere tempo dietro a dei dilettanti come Riina e Messina Denaro che pur di sfuggire alle patrie galere hanno vissuto come dei topi in gabbia.
Il nostro buon Satoshi, invece, no.
Ha semplicemente cambiato identità, facendosi chiamare Hiroshi Uchida e in questo modo ha lavorato per 40 anni in una ditta di costruzioni di Kamakura, lasciandosi alle spalle il suo passato di anarchico bombarolo, che nel lontano 1975 aveva piazzato un ordigno esplosivo in un palazzo nel quartiere Ginza a Tokyo, dove – ringraziando iddio – non si registrarono vittime.
Ma l’organizzazione di cui faceva parte di attentati ne aveva fatti e – ahimè – di vittime pure. Per cui, se tanto mi dà tanto, per la solerte polizia giapponese in qualche altro attentato sarebbe stato coinvolto anche lui.
Vi starete chiedendo come hanno fatto a scoprirlo. Come in un bel film è stato egli stesso a rivelarsi ai medici in punto di morte, fornendo la sua vera identità. Morto dunque da uomo libero, nonostante tutto.