Candidato a 5 Golden Globe e in lizza come Miglior film per gli Oscar 2024 (2 candidature), Past Lives ha riscosso molto successo tra pubblico e critica: Best Movie l’ha inserito al quarto posto dei migliori film del 2023 (rispettivamente dopo Povere creature!, La zona d’interesse e Anatomia di una caduta); inoltre su Rotten Tomatoes per quanto riguarda la critica ha un indice di gradimento del 96%, 83% per quanto riguarda il pubblico. Il film d’esordio di Celine Song, uscito il 14 febbraio ha avuto molto successo anche in Italia, raggiungendo la cima del box office: Past Lives incassa nel weekend circa 854mila euro, scalzando così Povere creature! di Lanthimos che ne aveva incassati circa 643mila. La regista ha tratto ispirazione dalle sue vicende personali (ovviamente romanzandole), a partire dal trasferimento dalla Corea del Sud al Canada. Il cast comprende Greta Lee che interpreta la protagonista, poi Teo Yoo e John Magaro, rispettivamente nei panni dell’amato coreano (Hae-Sung) e del marito (Arthur).
Il filo- la trama di Past Lives
La trama di Past Lives è abbastanza semplice: Na-Young e Hae-Sung sono amici alle scuole medie, ma la famiglia di Na-Young decide di lasciare la Corea per trasferirsi in Canada. È una separazione dolorosa che termina quando 12 anni dopo i due si ritrovano sui social: molte cose sono cambiate, ad esempio Na-Young ora si fa chiamare Nora e si è trasferita a New york, ma la genuina voglia di ritrovarsi porta i due ragazzi a sentirsi di frequente su Skype. Tuttavia di fronte all’impossibilità di vedersi a causa della distanza, Nora decide di interrompere una relazione a distanza che non si è mai definita del tutto. Passano altri dodici anni e le vite dei due sono andate avanti: Nora ha sposato Arthur e Hae-Sung ha da poco interrotto una relazione importante. A sconvolgere gli equilibri che si sono formati è l’arrivo di Hae-Sung a New York intenzionato a vedere Nora.
Il ricamo- tra folklore e realtà, come il destino si manifesta in Past Lives
La scena iniziale del film ci mostra i tre protagonisti che stanno conversando in un lussuoso bar di New York, mentre fuoricampo si sentono le voci di un uomo e una donna (altri clienti del bar) che si interrogano sui rapporti che sussistono tra i tre; quelle voci fuoricampo rappresentano il pensiero dello spettatore le cui domande non riceveranno mai una risposta definitiva. I rapporti tra i personaggi rimangono sempre indefiniti: Nora e Hae-Sung non hanno mai avuto una relazione a tutti gli effetti, quindi cosa sono? Inoltre, Nora è sposata con Arthur, ma lo ama davvero? A porre ancora più interrogativi è il concetto di In-yun, traducibile dal coreano come “provvidenza” o “destino”: la teoria alla base afferma che quando si accumulano 8mila strati di In-yun attraverso le diverse vite reincarnate, quelle anime possono stare insieme. Insomma un elemento del folklore molto pregnante all’interno del film, ma che viene allo stesso tempo rinnegato all’interno del film quando Nora dice poi ad Arthur che è solo un metodo di corteggiamento.
Sono diversi gli elementi di pregio, come la fotografia con i suoi scorci e i suoi colori vividi incorniciati ad arte, la regia che con alcuni piano sequenza favorisce un andamento sentimentale e il non detto, sempre vivido tra Hae-Sung e Nora, per non parlare della gestualità dei due attori che sottolinea la tensione del momento, tra il desiderio di abbracciarsi finalmente e il timore che ciò non sia ancora del tutto possibile. Tuttavia si ha la sensazione che i personaggi non siano del tutto definiti, come se mancassero di reale pathos che la situazione richiederebbe, ciò riguarda soprattutto i due protagonisti maschili che rimangono quasi sullo sfondo. Paradossalmente Past Lives è un film sentimentale dove l’amore non riesce a fiorire, ma è come destinato a rimanere un bocciolo e alla base di ciò c’è una profonda incomunicabilità che va dall’essere più tecnologica quando Hae-Sung e Nora provano a sentirsi su Skype e cade la chiamata, ad essere invece più intima quando Arthur e Nora stanno a letto insieme, ma lei non sempre riesce a rispondere alle domande del marito.
“Quando lasci qualcosa, guadagni anche qualcosa” queste le parole della madre di Nora quando si trasferiscono in Canada. La verità alla base del film è proprio questa: c’è un legame tra lasciare e trovare, ma non si può tenere tutto insieme. Così la protagonista quando lascia la Corea perde la possibilità di stare con Hae-Sung (possibilità che viene ulteriormente rinnegata quando interrompe il rapporto a distanza) ma ha la possibilità di realizzarsi. Tematica altrettanto importante è quella identitaria affrontata attraverso il cambio di nome ma soprattutto attraverso il continuo cambio di lingua nel film: Nora passa velocemente dall’inglese al coreano per comunicare con il marito e con l’amato, divisa quindi tra due parti di sé, la bambina e l’adulta. Il cuore di Past Lives è proprio questo, la convivenza di due realtà all’interno della protagonista ed ognuna di esse ha una sua storia e condiziona quei “se fossi stata/se avessi fatto” che guidano tutto il film.
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