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Debutto del fumetto del Signor Bonaventura

Il Signor Bonaventura è un personaggio dei fumetti nato nel 1917 dalla fantasia di Sto (Sergio Tofano) ed apparso sulle pagine del Corriere dei Piccoli per svariati decenni.

Bonaventura, pupazzo dalla caratteristica marsina e bombetta rossa, i larghi pantaloni bianchi ed il fedele cane bassotto al fianco, era lo strampalato eroe di gaie avventure che lo vedevano quasi sempre squattrinato all’inizio e milionario alla fine.

Storia

Il Signor Bonaventura fece la sua prima comparsa il 28 ottobre 1917 sul numero 43 del Corriere dei Piccoli, il supplemento per bambini del Corriere della Sera.

Si trattava di un fumetto a tutta pagina composto da otto vignette, ciascuna corredata da un testo in versi.

Il successo del Signor Bonaventura fu immediato e da quel momento fece la sua comparsa ininterrottamente ogni settimana per ben ventisei anni, fino al 1943, diventando uno dei fumetti di maggior successo della prima metà del Novecento.

Dopo la guerra le pubblicazioni vennero riprese, per poi essere ridotte progressivamente nel corso degli anni cinquanta e cessare definitivamente negli anni sessanta.

Negli anni ottanta il personaggio è stato ripreso dal disegnatore Carlo Peroni.

Oltre alle famose storie a fumetti, Tofano si dedicò anche alle rappresentazioni teatrali del Signor Bonaventura, interpretando personalmente il personaggio in sei commedie musicali da lui stesso scritte, messe in scena e dirette:

* Qui comincia la sventura del signor Bonaventura (1927)

* Una losca congiura (1928)

* La regina in berlina (1929)

* L’isola dei pappagalli (1938)

* Bonaventura veterinario per forza (1948)

* Bonaventura precettore a corte (1953)

Il Signor Bonaventura è anche apparso sugli schermi in Cenerentola e il signor Bonaventura (1941), interpretato da Paolo Stoppa per la regia di Sto (Sergio Tofano).

Caratteristiche

I testi dei fumetti del Signor Bonaventura erano tutti composti da distici (strofe di due versi) di ottonari (versi di otto sillabe metriche) a rima baciata, ed iniziavano con le parole:

« Qui comincia la sventura

del Signor Bonaventura… »

che divennero ben presto un tormentone noto ad intere generazioni di bambini.

Le storie del Signor Bonaventura seguivano uno schema altamente regolare: la sventura del protagonista si trasformava in un beneficio altrui e culminava inevitabilmente nella fortunata vincita di “un milione” (di lire: cifra astronomica, per l’epoca, divenuto “un miliardo” negli anni ottanta) da parte del simpatico personaggio.

La ricompensa era quasi sempre raffigurata in forma di un enorme biglietto di banca manoscritto.

Il fatto che l’ingenuo ma onesto Bonaventura riuscisse sempre a trarre un guadagno da un’iniziale situazione sfortunata conferisce alle storielle un indubbio valore educativo.

Tofano affiancò a Bonaventura il fedele bassotto giallo, che è presente in quasi tutte le storielle.

Un altro personaggio ricorrente, ma decisamente molto più secondario, è il “bellissimo Cecè”, la cui vanità lo trascina in problematiche situazioni immancabilmente risolte dal casuale intervento di Bonaventura.

Il mondo di Bonaventura era popolato altresì da generosissimi re, baroni, contesse, ma non mancavano i cattivi, come il torvo ed invidioso Barbariccia, col volto sempre coperto da una maschera verdognola, e il disonesto barone Partecipazio.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.