In Italia, come in altri Paesi, sta continuando a crescere la variante del Covid EG.5, anche conosciuta come Eris. Le caratteristiche di questa variante potrebbero contribuire ad un’impennata dei casi di positività durante quest’autunno; infatti, secondo gli ultimi studi Eris è una variante più resistente e sfugge più facilmente alle difese anticorpali, in virtù di una particolare mutazione (F456L) avvenuta a livello della proteina Spike del virus. Nonostante la variante Eris abbia mostrato maggior prevalenza, vantaggio di crescita e proprietà di fuga immunitaria, il rischio per la salute pubblica correlato alla sua diffusione è valutato “basso”.
Secondo l’ultimo report Gimbe, nelle ultime quattro settimane i contagi sono passati da 5.889 a più di 30mila: si tratta di una crescita riscontrata in tutte le regioni. La fascia più colpita è quella degli over70: si va infatti dai 78 casi per 100mila abitanti nella fascia 70-89 anni, fino ad arrivare agli 83 casi per 100mila abitanti negli over90. Tuttavia, i dati potrebbero essere sottostimati. Rimane di fatto che le ospedalizzazioni non sono eccessive e che è importante non creare allarmismo, come consiglia la Dott.ssa Teresa Rongai, presidente della Federazione italiana medici pediatri di Roma. Secondo la Rongai bisognerebbe tuttavia prestare attenzione all’infanzia: “Si rischia un boom di casi Covid nei bambini”. I più piccoli sarebbero a rischio a causa del sistema immunitario carente; inoltre non bisogna sottovalutare i contatti con i nonni ed altre persone fragili. Per questo motivo la vaccinazione antinfluenzale nei bambini più piccoli è fondamentale, la quale previene infezioni successive più gravi come lo streptococco. Dai 6 mesi ai 7 anni il vaccino è gratuito e la campagna partirà dal 2 ottobre negli studi medici.
Si pone tuttavia un’altra domanda: i tamponi sono ancora affidabili per le nuove varianti? “Per le nuove varianti del Covid 19, Eris compresa, il test antigenico resta valido“, spiega Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, spiegando inoltre che “qualche dubbio potrebbe esserci per Pirola perché con oltre 33 mutazioni di differenza rispetto a tutte le altre, si discosta dal punto di vista immunogenetico e risulta diversa da tutto il ‘brodo’ delle varianti fino ad ora emerse“. Diverso tuttavia è il test molecolare “a cui sicuramente non sfugge nessuna variante”. Il consiglio continua ad essere quello di rimanere a casa in caso di sintomi, a prescindere dal tampone; inoltre quando si esce di casa dopo due o tre giorni, è raccomandato l’uso della mascherina se si incontrano anziani o persone fragili.
Per quanto riguarda la variante Eris, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, rassicura dicendo che, per quanto l’ondata autunnale del Covid peserà certamente sul Servizio sanitario nazionale, non sarà “niente di paragonabile, però, con lo tsunami causato dalle prime ondate pandemiche. Nessun allarme, quindi, ma sorveglianza attenta della situazione”