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Willy E. Coyote: il debutto il 16 settembre 1949

Il primo episodio di Willy E.Coyote e Road Runner viene presentato il 16 settembre 1949.

Willy E. Coyote (conosciuto in Italia anche come Vil Coyote e spesso chiamato erroneamente Willy o Willie a causa dell’assonanza col nome originale) e il Road Runner (Beep Beep o Bip Bip) sono personaggi delle serie Looney Tunes e Merrie Melodies della Warner Bros prodotte a partire dagli anni quaranta.

Il primo cartoon dedicato esclusivamente ai due personaggi risale al 1949 con l’episodio Fast and Furry-ous.

Willy E. Coyote è impegnato nel maniacale, e mai fruttuoso, inseguimento del Road Runner; molti credono che si tratti di uno struzzo, in realtà si tratta di un uccello dei deserti americani il cui nome scientifico è Geococcyx californianus, appartenente alla famiglia dei cuculidi e chiamato volgarmente Roadrunner (corridore della strada).

Il Road Runner è la preda agognata da Willy E.Coyote: famoso per la sua rapidità, nonostante gli innumerevoli e sempre più ingegnosi tentativi di cattura riesce puntualmente a sfuggire, in modo anche irridente, al suo cacciatore.

Le sfide fra i due protagonisti si risolvono, quindi, sempre a favore del velocissimo e astuto pennuto dai colori sgargianti.

Il cartone è ambientato nelle gole del Grand Canyon dove Willy E. Coyote sperimenta di tutto per catturare Beep Beep, servendosi molto spesso di strani arnesi, regolarmente difettosi o di uso impossibile.

Puntualmente il coyote cade vittima del suo stesso ingegno e, spesso, le sue avventure si concludono con l’inevitabile volo in una gola del canyon oppure con l’investimento del malcapitato da parte di un treno o di un camion.

Riuscirà a catturare l’odiato nemico nell’ultima puntata anche se una vistosa differenza di altezza (Wile minuscolo contro un enorme Beep Beep) lascerà capire che le avventure non sono ancora finite.

Le modalità di espressione dei due personaggi sono estremamente semplici: il Road runner emette solo il suono beep-beep, mentre il coyote si esprime con cartelli estemporanei.

Ispirato al racconto Roughing it (nella versione italiana il titolo è In cerca di guai) del celebre scrittore statunitense Mark Twain, il personaggio si presenta inizialmente come un eroe donchisciottesco, al punto che nei primi episodi viene identificato come Don Coyote.

Ogni tentativo, infatti, finisce con un fallimento.

Il paesaggio che fa da sfondo è quello della Monument Valley.

Da allora, il Coyote è ricordato come uno dei personaggi dei cartoni animati più sfortunati e simpatici di sempre.

Già nel 1940 il tema dell’inseguimento imperversò: parliamo della rivalità fra il gatto Tom e il topo Jerry, creati da Hanna & Barbera, una delle serie più popolari che addirittura conquistò sette Oscar come miglior cortometraggio d’animazione, ispirata alla coppia Titti e Silvestro.

Willy non dà tregua alla sua preda, ma la sfortuna lo accompagna e mai riesce nell’intento di catturare il velocissimo pennuto, esemplare di Geococcyx californianus, appartenente alla famiglia dei cuculidi, più comunemente chiamato Roadrunner.

Una preda velocissima che riesce sempre a sfuggire a Willy E. Coyote nonostante i sassi, le frecce, la dinamite e tutti gli arnesi tecnologici, che solitamente sono difettosi.

Dunque, in ogni avventura è il coyote a cadere vittima dei suoi stessi stratagemmi. In tutti i 48 cortometraggi della saga originale Wile è sempre muto e si esprime con cartelli, mentre in due corti, dove fa da antagonista a Bugs Bunny, parla con un marcato accento inglese.

Due le apparizioni al cinema: in Space Jam, nel 1996, e in Looney Tunes: Back in Action, nel 2003.

 

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.