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Equinozio d’autunno: ecco i rituali praticati nel mondo

L’estate è ormai agli sgoccioli, inutile negarlo: le gite al mare stanno cedendo il passo alla quotidianità dell’autunno. Si sta avvicinando sempre di più, infatti, la data che sancisce la fine della stagione estiva, il 23 settembre, l’equinozio d’autunno. Il termine equinozio deriva dal latino “āequus” (uguale) e “nŏx (notte) e sta ad indicare proprio l’equilibrio tra giorno e notte. Ognuno a modo proprio accoglie l’avvento dell’autunno, dei suoi frutti e del clima più fresco; quello che però non tutti conoscono è la molteplicità dei simboli e significati che riguardano l’autunno e che in molte culture vengono celebrati con rituali e festività.

L’equinozio nella religione Wicca: la festa di Mabon

Nella tradizione religione neopagana l’equinozio d’autunno svolge un ruolo molto importante: è infatti, uno degli otto Sabbat. Questa festa pagana è conosciuta con diversi nomi: Mabon, Harvest Home, Finding Winter, Alban Elued, Festa del secondo raccolto, Festa di Dioniso e molti altri. Mabon è il regno dell’autunno, a metà tra Lammas- Lughnasadh (il tempo della festa del raccolto ortodosso) e Samhain (Halloween). È anche considerata la prima festa dell’oscurità, durante la quale il Dio lascia la Dea per inoltrarsi nell’Aldilà; questa celebrazione è infatti vista come una fase di passaggio che prevede la separazione tra innamorati, nonché il sacrificio dell’essenza vitale del Dio alla Madre Terra. Tuttavia, Mabon non simboleggia solo il passaggio dalla vita alla morte, ma è anche un periodo di incubazione, diventando quindi una promessa di vita.

Mabon è un invito all’introspezione, alla riflessione sul passato e sul presente, ma soprattutto alla ricerca dell’armonia e dell’equilibrio. Quindi da un lato c’è la celebrazione dei raccolti e dall’altro ci si prepara alla stagione invernale. Ciò che viene consigliato nella celebrazione di Madon è la creazione dei centrotavola con piante secche, il raccontare storie felici durante i pasti, rievocando bei ricordi, ma soprattutto l’eliminare le cose che non servono più.

Questa festività è anche condivisione, infatti viene sottolineata la necessità di dividere i frutti raccolti con gli altri per assicurarsi la benedizione del Dio e della Dea nei mesi invernali. I cibi tipici di Mabon sono i frutti del tardo raccolto (cereali, frutta, verdura, grano, ecc)

Celebrare l’equinozio in Giappone: Shūbun No Hi

In occasione dell’equinozio d’autunno, in Giappone si celebra lo Shūbun No Hi, ricorrenza che fa parte dei 24 Setsubun, i giorni dell’anno che che segnano il passaggio da un periodo all’altro. Dal 1948 è anche una festa nazionale buddhista nota con il nome di Higan no Chu-Nichi. Questa celebrazione è dedicata alla nuova stagione, ai raccolti e ai buoni auspici, ma anche a tutte le persone che non ci sono più. La tradizione, infatti, prevede che le persone vadano a fare visita ai propri defunti portando loro in dono cibo e fiori. Di solito si fanno anche lunghe passeggiate tra le foglie d’acero, albero ritenuto sacro. In questo stesso periodo, in Giappone si celebra anche lo Tsukimi, festa dedicata all’osservazione della luna.

Lituania: l’autunno e le candele

In Lituania ogni anno si celebra l’autunno, in particolare a Vilnius, la capitale, dove centinaia di candele illuminano il fiume Neris. Vengono inoltre organizzati mercati che vendono i prodotti dell’ultimo raccolto. Sempre secondo tradizione si celebra l’autunno con degli spettacoli di fuoco, bruciando anche sculture di paglia.

Messico: la discesa del dio

Nel complesso archeologico maya di Chichén Itzá, presso la piramide di Kulkulkàn (nota anche come El Castillo), si verifica in occasione degli equinozi un particolare gioco di luci e ombre. Sembra che lungo la scalinata di 91 gradini compaia una sagoma a forma di serpente (il dio Kukulkàn) che discende nelle prime luci dell’alba, per poi salire verso il cielo al tramonto. È uno spettacolo surreale, reso ancora più suggestivo dalla leggenda maya secondo cui il dio visiterebbe la piramide a lui dedicata due volte l’anno.

Macchu Picchu e il legame col sole

A Macchu Picchu, in Perù vi si recano ogni anno migliaia di persone, soprattutto durante l’equinozio d’autunno per ammirare la pietra intihuatana che nella lingua quechua vuol dire “luogo dove il sole è legato”. Durante l’equinozio l’inclinazione della pietra combacia perfettamente con l’inclinazione dei raggi del sole e così la pietra non proietta nessuna ombra. Secondo la tradizione Inca in quel momento il dio Sole è per un attimo come “legato” alla roccia.