Sono passati ormai 25 anni dalla morte di Lucio Battisti, uno dei più grandi cantautori della musica leggera italiana. Nel corso della sua carriera, il famoso compositore ha inciso ben 20 album, per un totale di vendite di 25 milioni di dischi, componendo diversi brani anche per altri artisti. Per quanto riguarda i testi si affidò sempre ai parolieri; in particolare il sodalizio più fortunato fu con Mogol (pseudonimo di Giulio Rapetti) che ha segnato in Italia un’intera epoca musicale. Musicista autodidatta, polistrumentista abile in diversi generi musicali e stili, Lucio Battisti fu molto apprezzato anche per la sua voce caratteristica che tuttavia lo espose a diverse critiche. Nonostante ciò, Battisti sostenne però il primato dell’emozione sulla tecnica vocale.
Sin da giovane Lucio dimostrò una grande passione per la musica, in particolare per la chitarra a cui si dedicò intensamente giorno e notte. Col tempo Battisti coltivò una vasta cultura musicale traendo ispirazione da artisti quali Ray Charles, Otis Redding (e la musica afroamericana in generale), i Beatles, Donovan e Bob Dylan. Dal 1962 si unì a diverse band finché non fu notato durante un provino da Christine Leroux, un’editrice musicale di origine francese, la quale gli procurò un appuntamento con Mogol. Il paroliere all’inizio era molto scettico, ma poi quei dubbi iniziali vennero superati portando alla nascita del fortunato e longevo sodalizio che porterà Battisti a esordire da solista nel 1966 al Festival di Sanremo con il brano Adesso sì.
Tra il 1967 e il 1968 uscirono due grandi successi di Battisti: 29 settembre (il primo brano importante di Mogol e Battisti, nel quale si distinguevano già sonorità innovative tendenti alla psichedelia) e Balla Linda, una canzone melodica nel cui testo viene rifiutata la convenzione delle rime baciate. Il 1969 è un anno fortunato per Battisti dal momento che pubblica il suo primo album, realizza il suo primo tour e fonda insieme a Mogol una casa discografica indipendente, la Numero Uno. Nel 1970 invece ci fu il secondo e ultimo tour di Battisti che in un’intervista spiegherà i motivi di questa decisione: “Intanto, non vivi e, come ho detto, io intendo seguire questa professione, intendo guadagnare, intendo divertirmi, intendo avere successo, ma intendo anche vivere. (…) Intendo conservare la mia autonomia, la mia personalità per quanto possibile, e una delle cose che ti spersonalizzano al massimo sono le serate”.
Molti sono gli album importanti che seguono tra cui Emozioni (1971), Umanamente uomo: il sogno (1972), Il mio canto libero (1973) e Il nostro caro angelo (1973). Si tratta comunque di un periodo difficile durante il quale sviluppa un’idiosincrasia nei confronti dei media (dichiara, infatti, di preferire l’olio di ricino alla televisione). La stampa risponde con altrettanta durezza e lo accusa di aver scelto di non farsi più intervistare solo per pubblicità.
Tuttavia la notorietà di Battisti cresce sempre di più, al punto che David Bowie e Mick Ronson si dichiarano suoi estimatori. Nel 1974 il cantautore insieme a Mogol compie un viaggio in Sudamerica, tra Argentina e Brasile per prendere parte ad alcuni spettacoli televisivi; quest’esperienza porterà alla nascita di un altro album, Anima latina, in cui non mancano i riferimenti all’ambiente e al sociale, tematiche molto care a Mogol. Nonostante l’album non fosse stato accolto con favore dalla critica, ha rappresentato l’apice della maturazione nella ricerca musicale di Battisti.
Un ulteriore viaggio incide sulla carriera di Battisti ed è quello che lo porterà negli Stati Uniti e sempre nello stesso periodo, la RCA gli propone di realizzare un album con i suoi maggiori successi cantati in inglese per conquistare il mercato statunitense. Purtroppo l’album ebbe scarso successo a causa dei difetti di pronuncia di Battisti e dei testi tradotti male.
All’inizio degli anni ’80 finì il sodalizio con Mogol a causa della crescente divergenza artistica tra i due e per alcune questioni legate alla ripartizione dei diritti d’autore. Dalla collaborazione con Pasquale Panella usciranno diversi album: Don Giovanni (1986), L’apparenza (1988), La sposa occidentale (1990) e Hegel (1994).
Tra il 29 e il 30 agosto 1998 si diffonde la notizia del ricovero di Battisti in gravi condizioni cliniche. Saputo del ricovero, Mogol scrive una lettera all’amico e la fa recapitare alla clinica. Il 6 settembre le sue condizioni si aggravano e viene spostato nel reparto di terapia intensiva. Il 9 settembre Lucio Battisti muore all’età di 55 anni.