Il 18 agosto del 1928 nasceva a Napoli Luciano De Crescenzo.
Ingegnere, sceneggiatore, attore e regista e tanto altro ancora, racchiude l’immagine della cultura napoletana.
L’ex allievo del matematico napoletano Renato Cacciopoli, dopo aver lavorato come informatico, fece il suo debutto letterario nel 1977 con Così parlò Bellavista. Fu un vero e proprio successo, con oltre 600mila copie vendute e una forte popolarità che gli aprì le porte del salotto televisivo di Maurizio Costanzo.
Luciano De Crescenzo: la filosofia napoletana
Il filosofo napoletano amava definirsi “missionario della divulgazione”, romanziere e saggista.
Luciano De Crescenzo è riuscito a rendere più accattivante il Sud, abbattendo contrasti sociali, pregiudizi, stereotipi e tanto altro ancora, con una filosofia ricca di espedienti originali ed interessanti al tempo stesso. Estraneo a qualsiasi controversia o schieramento politico, a differenza di altri intellettuali che invece nel corso del tempo hanno preferito schierarsi, De Creacenzo si definiva: “Un po’ ateo e un po’ cristiano” e non si immischió mai nelle vicende della politica.
Al filosofo napoletano interessava rendere “simpatica” la filosofia, e si può affermare che riuscì perfettamente nell’intento. La sua era una filosofia semplice, diretta, adatta e soprattutto comprensibile a tutti, senza barriere, proprio come il Sud. Uno spazio senza confini all’interno del quale chiunque poteva entrare.
Proprio in questo modo, Luciano De Crescenzo, nato a Napoli il 18 agosto del 1928, ebbe il merito di avvicinare i lettori alla disciplina filosofica, a Socrate, in modo che potessero scoprire e amare la saggezza dei filosofi antichi, porsi domande e trovare qualche risposta.
La filosofia di Luciano De Crescenzo si confrontava con i problemi della quotidianità, promuovendo il confronto e l’analisi dei dettagli, di ciò che apparentemente può sembrare inutile.
De Crescenzo riposa nel cimitero di Furore, in Costiera Amalfitana, nella nicchia che egli stesso evitò di far completare del tutto per una sorta di scaramanzia, peraltro già espressa in “Così Parlò Bellavista” nello spassoso dialogo con Giggino delle pompe funebri.
Una grande capacità divulgativa la sua, basata su di Eraclito, Democrito, Socrate, Platone, proseguendo con Sant’Agostino e altri filosofi fino a Kant e così via.
Un uomo che non ha mai smesso di amare e raccontare Napoli, illuminando con i suoi libri, con intelligenza acuta e profonda e soprattutto grazie ad una ironia fuori dal comune, le tante contraddizioni di una città in perenne cambiamento, dove tutto fa scena, dove i rumori si confondono e le parole non sono mai troppe… una città dove basta un sorriso per intendersi, e difatti De Crescenzo sorrideva eccome… senza mai smettere di insegnare, anche solo con una battuta.