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Tattoo: chi non può farli? Cosa fare in caso di danni?

Sono sempre più diffusi, soprattutto tra i giovani, i tattoo. Eppure, questi non sono adatti a tutti. Ci sono delle persone che possono correre dei rischi molto seri a farsi fare un disegno sul corpo, per questo motivo l’Istituto superiore di Sanità mette sull’attenti ci avverte sugli eventuali rischi.

La pratica del tatuaggio

La pratica del tatuaggio consiste nella realizzazione di un disegno permanente sulla pelle fatto tramite l’iniezione di inchiostri (pigmenti e altri ingredienti ausiliari) nel derma, lo strato più profondo della pelle.

Per questo motivo, gli strumenti utilizzati devono essere puliti e sterilizzati, altrimenti c’è un concreto pericolo di infezioni cutanee o infezioni dovute a patogeni a trasmissione ematica. Per quanto riguarda gli inchiostri utilizzati devono essere acquistati da rivenditori ufficiali, anche perché altrimenti potrebbero contenere sostanze non ammesse (ad esempio il piombo) e avere effetti tossici.

Cosa fare prima di sottoporsi al tatuaggio?

Prima di sottoporsi a un tatuaggio, è essenziale rivolgersi ad un tatuatore autorizzato. Questo deve rispettare le principali norme igienico-sanitarie e utilizzare dei prodotti e degli strumenti acquistati da rivenditori ufficiali.

Ma questo non basta, infatti occorre che l’interessato sia consapevole dei possibili rischi che può correre.

Cosa verificare

Prima di farsi fare un tatuaggio, dunque, bisogna verificare che:

  • il tatuatore sia in possesso dell’idoneità igienico-sanitaria ed abilitato ad operare in un locale autorizzato
  • vengano fornite tutte le informazioni sui rischi e fatto firmare il consenso informato. Per i minori è obbligatorio il consenso e la presenza di un genitore o un tutore;
  • gli aghi siano nuovi, sterili e monouso e la macchinetta per tatuare sia ricoperta da guaina di protezione;
  • gli inchiostri siano sterili, atossici e utilizzati in capsule porta-pigmenti monouso, così come previsto dalle normative vigenti;
  • la zona della pelle destinata al tatuaggio sia integra, sana e adeguatamente disinfettata e che creme e saponi siano usati con applicatore monouso o tramite dispenser;
  • il tatuatore rilasci per iscritto, in un promemoria, le indicazioni da seguire durante il processo di cicatrizzazione
  • il tatuatore rilasci la ricevuta fiscale unitamente all’elenco dei materiali/inchiostri utilizzati;
  • rivolgersi al medico, e non al tatuatore, in tutti i casi in cui insorgano problematiche di qualsiasi genere.
Chi deve evitare un tatuaggio?

L‘Istituto superiore di Sanità mette in guardia sui tattoo alcune persone per cui sono fortemente sconsigliati.

Si tratta delle persone che soffrono di:

  • fotosensibilità
  • malattie della pele
  • lesioni pigmentate nella zona da tatuare
  • predisposizione ad allergie
  • diabete
  • anomalie cardiache
  • condizioni immunosoppressive o malattie che predispongono alle infezioni
  • epilessia.

Inoltre il tattoo va evitato in caso di:

  • gravidanza o allattamento
  • assunzione di farmaci che alterano la normale riepitelizzazione della pelle
  • somministrazione di farmaci chemioterapici
  • disturbi della coagulazione
Danni da tatuaggio

Il tatuatore non è sempre il responsabile. Lo è se ha lavorato senza un’adeguata sterilizzazione dell’attrezzatura o del luogo di lavoro oppure ha commesso qualche altra carenza. Solo in questo caso il tatuatore può essere citato per pagare un risarcimento, il cui ammontare va quantificato dal giudice.

Il tatuatore non è responsabile quando il cliente non rispetta le indicazioni su come comportarsi dopo il tatuaggio (cure, trattamenti), o quando sul consenso informato obbligatorio il cliente non ha riportato tutte le informazioni riguardanti il suo stato di salute. Quindi il tatuatore non deve alcun risarcimento.