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Nuova scoperta a Pompei: due scheletri intatti

Nuova scoperta a Pompei, due scheletri sono venuti alla luce, sotto ad un muro in un edificio dove probabilmente vivevano al tempo dell’eruzione che distrusse la città.

I corpi sono stati rinvenuti all’interno dell’Insula dei Casti Amanti; ricordiamo che le vittime ritrovate nel corso del tempo sono più di 1300, ma oggi grazie ai progressi della tecnologia è possibile analizzare la dinamica esatta in cui è avvenuta la morte ma anche tanti altri importanti dettagli.

Due scheletri riversi su un lato sono stati ritrovati all’interno di quella che era una stanza di servizio di un panificio; dall’esito delle prime analisi effettuate sembrerebbe si tratti di due individui di sesso maschile, di età compresa tra i 52 e i 55 anni probabilmente proprio in quella stanza cercarono rifugio in quelle terribili ore, quando tutti gli abitanti che ancora non avevano lasciato la città, morirono, non solo per effetto dell’eruzione stessa, ma anche per il crollo degli edifici. 

”Le tecniche dello scavo moderno, ci aiutano a comprendere sempre meglio l’inferno che in due giorni distrusse interamente la città di Pompei, uccidendone molti abitanti. In una delle discussioni di cantiere, durante il recupero dei due scheletri, uno degli archeologi indicando le vittime che stavamo scavando, ha detto una frase che mi è rimasta impressa e che sintetizza forse la storia di Pompei, quando, ha dichiarato: ‘questo siamo noi’. A Pompei, infatti, l’avanzamento delle tecniche non ci fa mai dimenticare la dimensione umana della tragedia, piuttosto ce la fa vedere con più chiarezza”

Ha dichiarato il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel.

Nuova scoperta a Pompei: storia e consapevolezza

Durante la rimozione delle vertebre cervicali e del cranio di uno dei due scheletri, sono emerse tracce di materiale organico, probabilmente un involto di stoffa. 

Oltre agli scheletri all’interno della stanza in disuso dove le due persone hanno cercato protezione, sono stati rinvenuti anche alcuni oggetti: un’anfora verticale e una collezione di vasi, ciotole e brocche accatastata contro la parete di fondo. 

Inoltre, secondo quanto dichiarato dagli archeologi che si occupano dei lavori di scavo, uno degli scheletri aveva un braccio sollevato, particolare da non sottovalutare. L’uomo probabilmente cercava di proteggersi dalla caduta di calcinacci. L’eruzione del Vesuvio causò diversi terremoti, che fecero crollare molti edifici. Così come accaduto là dove sono stati ritrovato i due scheletri. 

“Pompei è un immenso laboratorio archeologico che negli ultimi anni ha ripreso vigore, stupendo il mondo con le continue scoperte portate alla luce e manifestando l’eccellenza italiana in questo settore”, ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.    

Inoltre, la nuova scoperta conferma quello che oramai è diventata una vera e propria certezza: a Pompei c’è ancora tanto da scoprire.