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Fake news: una vera e propria guerra sul web

Con la diffusione sempre più veloce dei Social Network è più veloce il circolare delle notizie e con esse anche le Fake news, le quali spesso sono più numerose delle notizie stesse. Il dilemma tra libertà di espressione e lotta alle false notizie è una matassa assai difficile da sbrogliare, in quanto l’informazione, così come la disinformazione, ha un’influenza determinante nella costruzione del consenso degli utenti, mentre il mondo di Internet amplifica le distorsioni dell’informazione e della comunicazione.

Quindi, per prima cosa si deve trovare una definizione per queste Fake news, queste notizie che circolano velocissime in particolar modo in periodi fortemente di interesse, quali elezioni politiche, pandemia da Coronavirus, guerra tra Russia e Ucraina. Il fenomeno può essere inserito nelle dinamiche di quello che è stato definito information disorder, ossia la divulgazione di notizie, non necessariamente false, attraverso modalità idonee a inquinare ugualmente l’ecosistema informativo. Quindi, il concetto di fake news ricomprende in sé categorie diverse:

  1. Misinformation: si verifica quando contenuti falsi vengono diffusi accidentalmente da utenti inconsapevoli, convinti di divulgare contenuti che corrispondono a un reale interesse sociale.
  2. Malinformation: quando informazioni veritiere vengono pubblicate con lo specifico scopo di creare conseguenze avverse.
  3. Disinformation: laddove il contenuto della notizia diffusa è intenzionalmente falso e trasmesso ad hoc per causare conseguenze dannose.

La difficile individuabilità dei suoi presupposti e condizioni richiede che l’approccio al problema delle Fake news sia accompagnato da una prudenza interpretativa, la quale ci porta a concludere che solo nel primo e nel terzo caso possiamo parlare effettivamente e in senso stretto di false notizie.

Il focus è su quelle notizie non veritiere che, anche se messe in circolazione da persone consapevoli di tale falsità, non sono però illecite per altre ragioni.

Questa precisazione è importante perché spalanca le porte ad una sostanziale indeterminatezza della fattispecie e conduce a chiedersi quali siano i requisiti giuridici che una manifestazione in tal senso dovrebbe incontrare non solo per poter essere qualificata come Fake news, ma anche per poter essere censurata.

Il fenomeno delle false notizie però non è nato con la diffusione dei Social Media, ma ha solo più velocità di diffusione. Le piattaforme, infatti, hanno spezzato la garanzia che danno i professionisti dell’informazione e i loro strumenti di garanzia, consentendo a qualsiasi soggetto, di contribuire personalmente alla produzione e divulgazione di informazioni. Questo fenomeno è conosciuto come decentramento informativo e nascono proprio come mezzi di intermediazione neutri.

Le istituzioni statali e sovranazionali condividono un’apprensione verso questo fenomeno promuovendo politiche di contrasto alla disinformazione mediante accordi con i grandi operatori della Rete come la Commissione europea e attraverso leggi o interventi delle autorità interne di regolazione.

Dopo i promettenti risultati ottenuti in Europa orientale, Google sta per lanciare in Germania una nuova campagna a contrasto delle fake news con l’obiettivo insegnare alla popolazione come riconoscere le false notizie.  

Il gigante tecnologico americano prevede di pubblicare una serie di brevi video che evidenzino le tecniche più comuni utilizzate per mettere in circolazione informazioni fuorvianti su piattaforme come FacebookYoutube o Tik Tok.