Sono passati sette anni dal rapimento di Giulio Regeni al Cairo. Il ricercatore di 28 anni è stato torturato e ucciso, per poi essere trovato cadavere il 3 febbraio del 2016. Ma dopo tutto questo tempo ancora non sappiamo cosa sia accaduto.
Il caso: Giulio Regeni
Sul caso di Giulio Regeni il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “L’Italia farà di tutto per eliminare gli ostacoli, negli incontri al Cairo ho intravisto una disponibilità diversa dell’Egitto anche se il processo attraversa una fase di stallo. Continueremo a monitorare quanto l’Egitto farà in futuro, vedremo se alle parole seguiranno i fatti. Non c’è giustizia senza verità. Serve una più fattiva collaborazione a cominciare dalla notifica degli atti di citazione ma non possiamo prescindere dal dialogo”.
Tajani parlando dell’importanza della sua missione in Egitto, dove ha incontrato anche Al Sisi, afferma che si tratta di “Un Paese di grande importanza su vari dossier, dalla lotta al terrorismo all’energia. Siamo convinti che con il Cairo vanno tenuti aperti i canali di collaborazione come fanno i nostri alleati. Ma questo non farà venire meno l’impegno corale del governo per continuare ad esigere la verità sull’uccisione di Regeni ormai 7 anni fa”.
I genitori di Giulio sono sempre in prima linea nel chiedere che venga fatta luce su quanto accaduto. La mamma Paola lo ricorda pubblicando su Twitter il disegno di una torta a tre piani con su scritto “Non compleanno”. In cima la scritta “Giulio 35” seguita da una richiesta di “Giustizia” e “Verità”. La torta è gialla, il colore simbolo della battaglia per avere la verità sulla morte del giovane.
Sono passati sette anni e l’Italia chiede che luce sulla morte del suo giovane ricercatore, morto a soli 28 anni. Il processo resta sospeso, è stato aggiornato al 13 febbraio 2023. “Riteniamo questa decisione una ferita di giustizia per tutti gli italiani”, dicono i genitori di Regeni.