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L’iconica Anna Piaggi, giornalista colta e irriverente

L’iconica Anna Piaggi, giornalista colta e irriverente – Eccentrica, eclettica, enigmatica. Certamente visionaria. Anna Piaggi è la giornalista italiana – musa di Karl Lagerfeld (ex direttore creativo di Fendi e Chanel), che ha lasciato un segno indelebile nell’industria della moda. Indelebile, proprio come la sua firma “D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi” (così era solita siglare i suoi articoli per Vogue). Celebre per aver utilizzato il concetto di vintage prima ancora che venisse coniato il termine. Anna Piaggi stupiva sempre, mischiando abiti di stilisti dell’establishment a quelli di sconosciuti. Immancabili, nei suoi look, i cappellini eccentrici, da cui spuntava la famosa ciocca blu “venuta fuori da uno splendido errore del mio parrucchiere“. Dagli anni Sessanta ai Duemila, Anna Piaggi ha creato trend e scardinato concetti come “brutto” e “bello”. Definita: “Una fabbrica quotidiana di creazioni“. Il suo punto di forza è stato quello di saper distinguersi, sempre e comunque. Rimanendo, però, sempre fedele a se stessa.
L’iconica Anna Piaggi, giornalista colta e irriverente

Nata a Milano il 22 marzo 1931, Anna Piaggi è stata una giornalista, scrittrice e traduttrice. Nel 1962 sposò a New York il fotografo Alfa Castaldi che morì nel 1995. Lavorò per giornali e riviste, come l’Espresso e Panorama. Ispirò lo stilista Karl Lagerfeld che le avrebbe poi dedicato il volume Anna-cronique, a cui Anna Piaggi stessa collaborò alla stesura. Di lei, Karl disse: “Nel vestirsi creava un’immagine. Non provocava, mai, ma evocava. Un dettaglio imprevisto, un pleonasmo stilistico, un accessorio contraddittorio, una combinazione insolita, un’imprevedibile associazione di idee e un indispensabile humor ne facevano una presenza unica che mi ha sempre spinto a disegnarla“.

Anna Piaggi lavorò con numerosi periodici e riviste di moda. La sua rubrica più celebre Doppie Pagine, ideata nel 1988, conquistò da subito il pubblico, grazie alla sua capacità di intercettare nuove tendenze. Sempre in viaggio e a caccia di novità, fu la redattrice di Arianna, il primo periodico di moda femminile in Italia.

Nel 2006 il Victoria & Albert Museum di Londra, uno dei musei più importanti al mondo, le ha dedicato la mostra Anna Piaggi fashion-ology. Mentre un giornale americano l’ha  trasformata in un’unità di misura, attribuendo a vari personaggi dello spettacolo il potenziale di Piaggi, con tabella di valori e quotazioni misurate in cappellini.

Nel 2016, quattro anni dopo la sua morte, il documentario Anna Piaggi – Una visionaria della moda ha raccontato la su vita. Alina Marazzi, la regista, ha ricostruito la sua esistenza attraverso i racconti di personaggi della moda come Rosita Missoni, Manolo Blahnik, Jean Charles de Castelbajac e Stephen Jones.