Carlo Lorenzini, conosciuto come Carlo Collodi, nacque il 24 novembre 1826 a Firenze. Il padre, Domenico Lorenzini era un cuoco e la madre, Angiolina Orzali era sarta e cameriera, entrambi al servizio dei marchesi Ginori. La madre era figlia del fattore dei marchesi Garzoni Venturi, il quale amministrava il podere di Veneri, alle porte della località di Collodi che si trova in una frazione di Pescia, il cui nome ispirò lo pseudonimo adottato da Lorenzini.
Il giovane Carlo poté studiare grazie all’aiuto della famiglia Ginori presso la quale vive per un periodo, durante l’infanzia (però trascorse perlopiù a Collodi presso il nonno materno). Dal 1837 fino al 1842 entrò in seminario a Colle di Val d’Elsa, non diventò prete, ma ricevette una buona istruzione, dove seguì lezioni di retorica e filosofia.
Nel 1844 interruppe i suoi studi superiori mentre già lavorava come commesso nella libreria Piatti di Firenze probabilmente fin dal 1843. Nel 1845 era tanto considerato da ottenere una dispensa ecclesiastica, a partire dal 29 dicembre 1847, pubblicò l’articolo di musicologia L’Arpa e cominciò a scrivere per L’Italia Musicale, un giornale milanese. Il ruolo intellettuale di Carlo Collodi, all’interno del giornale, fu prezioso perché trasmetteva alcune tematiche critiche fondamentali, relative al teatro di prosa e musicale, alla poesia e al romanzo del suo tempo.
Nel 1848, allo scoppio della Prima guerra d’indipendenza, si arruolò volontario, combattendo con il battaglione toscano a Curtatone e Montanara. Tornato a Firenze, fondò uno dei maggiori giornali umoristico-politici dell’epoca, Il Lampione, sospeso l’11 aprile 1849 per restaurazione. Ne riprese la pubblicazione il 15 maggio 1860. Da quel moment si dedicò quasi esclusivamente il suo tempo al giornalismo umoristico, trattando argomenti artistici, teatrali e letterari.
Nel 1856, collaborando con il giornale umoristico fiorentino La Lente, si firmò per la prima volta con lo pseudonimo di Carlo Collodi pubblicando le sue prime opere importanti: Gli amici di casa e Un romanzo in vapore. Da Firenze a Livorno. Guida storico-umoristica. Nel 1859 partecipò alla Seconda guerra d’indipendenza, arruolandosi come volontario nel reggimento sabaudo dei Cavalleggeri di Novara. Finita la campagna militare ritornò a Firenze e nel 1868, su invito del Ministero della Pubblica Istruzione, entrò a far parte della redazione di un dizionario di lingua parlata, il Novo vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze.
Nel 1875 l’editore Felice Paggi lo incaricò di tradurre le fiabe francesi più famose. Collodi non solo le tradusse, ma le ricreò in italiano inserendovi una morale, intitolandole I racconti delle fate.
Il 7 luglio 1881, sul primo numero del periodico per l’infanzia Giornale per i Bambini, uscì la prima puntata de Le Avventure di Pinocchio, con il titolo “Storia di un burattino”. Nel 1883 pubblicò Le avventure di Pinocchio raccolte in volume. Carlo Collodi si spense all’età di (quasi) 64 anni con un malore. È sepolto nel cimitero delle Porte Sante.