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Il 16 novembre del 1922 nasceva Josè Saramago

Il 16 novembre del 1922 nacque José Saramago, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1998, autore portoghese dallo stile inconfondibile e dalla penna “pungente”.

Lo stesso scrittore, nel discorso tenuto dopo l’assegnazione del Premio Nobel, sottolineò quanto la società contemporanea sia cieca a causa della perdita del senso di solidarietà tra le persone.

Su questo tema si basa una delle opere più importanti e celebri di Saramago, Cecità, pubblicato nel 1955.

Il tema fondamentale del romanzo è quello dell’indifferenza, che esplode con il dilagare della cecità, ma che era onnipresente all’interno della società, quasi come fenomeno endemico.

La grandezza di Saramago risiede nella sua capacità di mescolare passato e presente, parlandone con semplicità ed oggettività, senza mai confonderli, semplicemente associandone caratteristiche ed elementi.

In realtà la carica esplosiva della poetica di Saramago, subì le censure del regime salazarista, per cui l’autore diede libero sfogo alla propria creatività letteraria solo a partire dagli anni Settanta.

16 novembre: nascita di un intellettuale

Il suo primo romanzo, “Terra del peccato”, del 1947, infatti, non ebbe un grande successo nel Portogallo oscurantista di Salazar.

Ma Saramago non si diede per vinto, continuando nel proprio lavoro di autore e giornalista d’inchiesta, nonostante le restrizioni.

Proprio grazie a questa sua costanza, negli anni Settanta, l’autore portoghese diventò uno dei critici più seguiti del Paese. 

Nel 1977 la svolta letteraria, dopo il successo giornalistico, pubblicò un lungo ed importante romanzo: “Manuale di pittura e calligrafia”, seguito nell’ottanta da “Una terra chiamata Alentejo”, incentrato sulla rivolta della popolazione della regione più ad Est del Portogallo. Ma è con “Memoriale del convento” (1982) che ottiene il successo tanto atteso.

Saramago si cimenta in diversi generi letterari, esplorando anche altri generi, tra i quali: poesie, cronache, racconti, opere teatrali oltre a svolgere attività di traduttore, giornalista, editore e critico letterario.

L’immagine dell’autore viene fuori, “esplodendo” in una ricerca costante di un – altrimenti – grazie alla quale Saramago debutta come poeta, durante i difficilissimi e tormentati anni della dittatura. 

La vera e propria identità dell’autore e poeta portoghese,  anche se Saramago stesso rifiuta l’appellativo di poeta, in un’ottica d’insieme che vede i componimenti come “versi fabbricati”; inoltre come l’intellettuale stesso affermerà successivamente: “All’interno delle poesie, le parole sono come pietre di un muro a a secco”) dunque proprio in base a tutto ciò viene fuori, in toto e solo dopo la «Revolução dos Cravos», la vera ideologia di Saramago, attivatasi una volta raggiunta una scrittura che lo soddisfa pienamente, e diventando un’opportunità per parlare di argomenti storici e sociali.

Il difficile periodo storico e politico, contraddistinto da censura e negazioni, non fermano il lavoro dell’autore. Oggigiorno Saramago è identificato principalmente nel ruolo di narratore; egli sottolineava l’inutilità di parlare della passata esperienza poetica: anticipando quanto sarà poi detto nella narrativa successiva, si può dire odierna: la denuncia dei nostri tempi e della nostra realtà finalizzata al riscatto della dignità dell’uomo come scrittore tendente all’essenzialità e all’economicità espressiva.

José Saramago lavora sulla singola parola che, privata del superfluo, si rivela più vera, pura, essenziale. Probabilmente è proprio questo che fa di Saramago, uno degli autori e degli intellettuali più amati anche in Italia. 

Una letteratura d’innovazione la sua, senza troppe pretese, semplice e diretta, denotata da un’eterogeneità di temi, metaforica, fortemente emendata. 

Il 16 novembre del 1922 nacque un intellettuale e poeta (nonostante Saramago stesso non si rivedesse in questa seconda caratterizzazione) anticonvenzionale, così come il modo di scrivere dell’autore portoghese. Grazie all’ironia, Saramago riesce a studiare le forme del comportamento umano, spesso criticando i propri personaggi, uomini con pregi e difetti.