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Moby Dick: il 14 novembre 1851 viene pubblicato il capolavoro di Melville

“Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa — non importa ch’io vi dica quanti — avendo poco o punto denaro in tasca e niente che particolarmente m’interessasse a terra, pensai di mettermi a navigare per un po’, e di vedere così la parte acquea del mondo. Faccio in questo modo, io, per cacciar la malinconia e regolare la circolazione”. Incipit di Moby Dick.

Comincia così uno dei romanzi più famosi di sempre, ricco di metafore, allegorie e di fascino. Moby Dick di Herman Melville è stato scritto nel 1851, con il titolo “The whale”, letteralmente “La balena”.

In un primo periodo il libro non ottenne il successo sperato, motivo per il quale fu sottoposto ad ulteriori revisioni e cambiamenti stilistici.

In una lettera di approfondimento, Melville definisce il suo romanzo un “libro malvagio”. Questo perché il tema centrale è proprio il male, e la negatività che offusca l’animo umano. Quest’ultimo elemento è presente sia nella natura che nel mondo degli uomini, e si impone in maniera preponderante.

Moby Dick di Melville, una storia senza tempo

La trama riguarda il viaggio della baleniera Pequod, al cui comando troviamo il capitano Achab, che dà la caccia a balene e capodogli e, in particolar modo, alla balena bianca di nome Moby Dick.

Il romanzo è stato tradotto in italiano per la prima volta nel 1932, da Cesare Pavese. Fu pubblicato nel periodo del cosiddetto rinascimento americano, assieme ad altre opere di grande spessore.  Tra queste abbiamo la lettera scarlatta, di Nathaniel Hawthorne e la Capanna dello zio Tom, di Harriet Beecher Stowe.

Pare che il lavoro di Melville sia stato ispirato da due eventi reali: il primo è l’affondamento nel 1820 della baleniera Essex di Nantucket, dopo l’urto con un enorme capodoglio a 3200 km dalla costa occidentale del Sud America. Il secondo è la presunta uccisione, attorno al 1830, del capodoglio albino Mocha Dick nelle acque dell’isola cilena di Mocha.

Un romanzo ricco di personaggi, di elementi, di aspetti complessi che suscitano l’interesse del lettore. La ricerca costante, quasi ossessiva, di Moby Dick da parte del capitano Achab e il rapporto con il resto dell’equipaggio, non sono che una metafora dei turbamenti, delle emozioni e delle paure che coinvolgono l’animo umano.