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Arturo Puoti, accoltellato da una baby gang: “La laurea mi ha salvato”

Una rivincita importante, un esempio da seguire per tutte le vittime di bullismo, che hanno sperimentato violenza fisica e psicologica. È la storia di Arturo Puoti, giovane napoletano aggredito cinque anni fa da una baby gang, a soli 17 anni, a via Foria, nel cuore di Napoli.

Il gruppo di ragazzi lo aveva incontrato alla fermata del bus e lo aveva accoltellato senza alcuna pietà. Quella tragica esperienza risale al 2017.

La storia di Arturo Puoti: una rivincita importante

Oggi Arturo sorride, il capo ricoperto dalla corona d’alloro, simbolo di tanti sacrifici. Notti insonni passate sui libri, desideri, ambizioni e voglia di fare, di emergere. Il giovane partenopeo, che oggi ha 23 anni, consegue la laurea triennale in storia al dipartimento di studi umanistici dell’Università Federico II di Napoli.

L’aggressione nel 2017, un ricordo offuscato dalla gioia per la laurea

Sostenuto dalla madre Maria Luisa, docente universitaria, Arturo Puoti consegue un importante risultato, raggiunto con umiltà e spirito di sacrificio; e già pregusta il prossimo traguardo: la laurea magistrale.

Il pensiero della madre del giovane va proprio agli aggressori, alla strada che hanno intrapreso e al possibile riscatto sociale. Una storia che racconta di un  sistema troppo spesso disfunzionale, che non riesce a sottrarre i giovani dal giogo della criminalità organizzata e li perde.

Il prossimo 18 dicembre ricorrerà l’anniversario di quel triste giorno a via Foria, nel quale la serenità di un ragazzo è stata incrinata. Oggi, quell’amarezza ha un sapore diverso; quel dolore è oscurato da una gioia più grande, da una rivincita morale che è un esempio per tutte le persone calpestate ingiustamente.