Sulla questione del prezzo del gas, arrivano le dichiarazioni di Ursula Von der Leyen. Il presidente della commissione europea, al termine del consiglio che si è tenuto a Bruxelles per due giorni, si dice consapevole che bisognerà lavorare molto.
Passa dal prince cap temporaneo al Title transfer facility, la Borsa del gas di Amsterdam assieme ad un interruttore per evitare i picchi di giornata. Oltre al tetto da imporre al prezzo del gas, si parla anche del metano, necessario per la produzione di energia elettrica.
Questi sono solo alcuni dei punti toccati durante l’incontro a Bruxelles, dopo quasi 12 ore di discussioni; talvolta accalorate, con qualche pausa necessaria a preservare le trattative tra capi di Stato e di governo dell’Ue. Infine, questi ultimi hanno trovato un compromesso che mette d’accordo gli interventisti come Italia e Francia e i frugali di Germania e Paesi Bassi.
E che lascia aperta la possibilità di futuri aiuti per fronteggiare il debito comune degli Stati contro il caro-bollette, che riguarda lo Sure dell’energia; ovvero prestiti agevolati garantiti dai Ventisette paesi, proprio come nel periodo pandemico.
Il prezzo del gas, le dichiarazioni della Von der Leyen
La nuova attenzione di Bruxelles ha avuto degli effetti immediati. Nella giornata di ieri il prezzo del gas ha chiuso a 115 euro al megawattora. Una cifra troppo elevata, che sarà ridotta ulteriormente dai nuovi provvedimenti, come dichiarato dalla stessa Von der Leyen.
Il prossimo martedì, in Lussemburgo si incontreranno i ministri dell’energia, proprio per discutere della questione. Dopo cinque mesi di incontri d’emergenza, si cerca di capire come applicare il piano dell’Unione Europea.
Sulla questione interviene anche Kyriakos Mitsotakis, il premier greco, il quale non vede di buon occhio la questione e pace ta un nuovo summit il prossimo mese, nel caso in cui non ci fossero risultati positivi.
Il testo ricorda l’importanza di strumenti europei per tutelare l’integrità del mercato unico. I leader dei diversi paesi europei rimarcano che nessuno vuole escludere a priori la possibilità di un nuovo debito pubblico. Questo è quanto asserito, in particolare, dai leader di Italia, Francia, Spagna, Olanda e Grecia.
Anche il cancelliere federale della Germania, Olaf Sholz, che finora non si era espresso su questo argomento, ha dichiarato che non si sottrarrà a ciò che “È possibile fare”.
La discussione di ieri ha riguardato i rapporti con la Cina. L’intento di Bruxelles sarebbe quello di limitare l’influenza di Pechino e sostenere l’Ucraina, che nel 2023 riceverà 1,5 miliardi dall’Unione Europea.