Le carceri sono un luogo pensato per la rieducazione e il reinserimento delle persone nella comunità. Un proposito nobile e indispensabile in una società attenta ai cittadini. Nonostante ciò, a volte, proprio in questi luoghi di lavoro sociale, che dovrebbero accompagnare i detenuti verso una nuova vita, accade il peggio. È successo al carcere di Poggioreale, a Napoli. Sono finite in manette otto persone tra le quali anche il garante dei detenuti, Pietro Ioia.
Secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine, Ioia avrebbe approfittato del suo ruolo per introdurre nella struttura cellulari e sostanze stupefacenti.
Un vero e proprio mercato illegale, pagato dai detenuti. I compensi venivano mandati su una carta di credito intestata ad una donna; successivamente, i due complici si dividevano il ricavato.
Le indagini dei carabinieri
I carabinieri del nucleo locale, stavano lavorando al caso dal giugno 2022. Secondo le ricostruzioni, nel carcere si era creato un vero e proprio commercio illegale. Alle indagini hanno preso parte anche la direzione del carcere, nonché la polizia penitenziaria.
Lo scandalo di Poggioreale: 8 persone coinvolte
Finiscono in manette 8 persone, delle quali 6 detenute in carcere e 2 agli arresti domiciliari, per aver commesso i reati di associazione a delinquere finalizzata all’accesso a dispositivi di comunicazione da parte di soggetti detenuti, traffico e di stupefacenti e corruzione.
Una situazione complessa, che coinvolge anche chi dovrebbe garantire il benessere dei detenuti.