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Roma: la città eterna tra miti e leggende

Roma, la città eterna, la culla della civiltà, è stata fondata nel 753 a.C. e, come ogni città antica intorno ad essa ci sono numerosissime leggende sui loro monumenti e i personaggi che l’hanno popolata.

Una delle tante leggende sul Colosseo, quella più affascinante è senza dubbio quella che nel Medioevo il Colosseo era ritenuto una delle sette porte dell’Inferno e si diceva che durante la notte le anime dei gladiatori uccisi nell’arena vagassero senza pace tra gli archi e lungo i sotterranei.

Nel Colosseo continuarono a svolgersi giochi anche dopo che la religione cristiana era stata riconosciuta e gli stessi imperatori erano cristiani, ma solo nel 438 d.C. Valentintiano III abolì i giochi. Il Colosseo divenne un posto dove tutti cominciarono a percepire il soprannaturale, infatti quando calava la notte, era un luogo pauroso e da evitare. Proprio per questo motivo, per moltissimo tempo, le fattucchiere e i maghi scelsero l’interno del Colosseo per praticare la loro arte esoterica. Infatti, si diceva che al suo interno crescevano erbe usate dalle streghe.

La leggenda più inquietante che riguarda il Colosseo è quella del Tempio di Belzebù che sarebbe stato costruito al suo interno. Belzebù era un demone potente e nel rito di iniziazione i suoi seguaci ponevano ai nuovi entrati la domanda in latino Colis eum? cioè “Adori Lui?” riferito al demone e da qui ecco l’origine etimologica della parola Coliseum.

In linea con questa simbologia oscura, un altro posto simbolo di Roma ha una propria leggenda legata alla morte dell’imperatore Nerone. Infatti, il tiranno si uccise nell’attuale Piazza del Popolo dove fu anche sepolto. Si narra che la sua tomba attirò stormi di corvi, simbolo spiriti maligni, i quali attaccarono le sue reliquie per tormentare il corpo dell’imperatore dopo la sua morte.

Nei secoli seguenti il luogo divenne sede di riti magici della magia nera. Nel 1099 il Papa in carica decise di spezzare quell’oscuro incantesimo e così bruciò i resti della sepoltura e gettò le sue ceneri nel Tevere dando origine la Basilica di Santa Maria del Popolo, simbolo della vittoria della luce divina sui riti pagani.

A Roma si narra che il fantasma di Nerone infesta ancora il Muro Torto, muro storto di Roma, dove venivano spesso seppelliti i cittadini di cui Roma si vergognava: furfanti, prostitute, ladri e condannati che dovevano essere allontanati dalla capitale.