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Oplontis: un viaggio tra storia e bellezza

Oplontis, oggi chiamata semplicemente Oplonti, era una zona suburbana della vicina Pompei e corrisponde all’attuale Torre Annunziata.

Il nome Oplontis è attestato nella Tabula Peutingeriana, la copia medioevale di un’antica mappa relativa alle strade della penisola nell’Impero Romano. All’interno del documento, con il nome Oplontis sono indicate alcune strutture posizionate tra Pompei ed Ercolano.

Ecco perché spesso Oplontis è definito un centro a sè, una sorta di sobborgo di Pompei.

Gli scavi archeologici dal 1997 sono stati dichiarati, insieme a quelli di Pompei ed Ercolano, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Storicamente non si hanno molte notizie, si sa che fosse vicina a Pompei, a sei miglia da Ercolano, e si pensa che possa essere stato un luogo di villeggiatura all’interno del quale erano presenti anche zone termali.

Il nome “Oplontis” deriva dal termine latino “Opulentia”, ossia ricchezza, o luogo ricco, ma anche zona di pescatori da “Opla”.

Gli scavi che portarono alla luce Oplontis vennero avviati da Francesco La Vega, che scavando un cunicolo vicino al canale Conte di Sarno, scoprì la Villa di Poppea.

Proprio tale Villa rappresenta il monumento principale, l’unico visitabile.

Si tratta di una costruzione residenziale della metà del I secolo a.C. È attribuita a Poppaea Sabina, seconda moglie dell’imperatore Nerone. La villa, è circondata da grandi giardini ed è dotata di un vero e proprio – quartiere – termale; ovviamente non mancano gli ambienti utilizzati un tempo per diverse attività di notevole interesse; tra questi, quello in cui si pigiava l’uva per la produzione del vino.

Oltre alla Villa di Poppea sono presenti nel sito altre due ville attribuite ad importanti e soprattutto ricchi personaggi romani (Lucius Crassius Tertius e Caio Siculi). Le due domus non sono visitabili ma da si contraddistinguono per gli straordinari affreschi, mosaici e i tanti suppellettili e gioielli che da esse provengono.

Ricordiamo che Oplontis, proprio come Ercolano e Pompei, ha conservato la propria bellezza e bellezza grazie all’eruzione vulcanica del Vesuvio, che ne ha preservato anche l’identità storica.

È importante precisare che gli ultimi scavi condotti, hanno portato alla luce alcuni dei corpi delle vittime dell’eruzione e restituito tra le altre cose: monete d’oro e d’argento.

La bellezza di Oplonti non smette di sorprendere, le tantissime decorazioni pittoriche in stile pompeiano, ma anche i mosaici, le statue e le tante stanze che componevano la principale dimora, rappresentano un patrimonio artistico inestimabile.