Il rientro dalle vacanze costituisce un momento delicato nella vita di ogni persona. Il periodo di relax, nel quale è possibile distogliere lo sguardo dalle preoccupazioni di ogni giorno, cede il passo ad una nuova organizzazione. Tale cambiamento della routine quotidiana, in alcuni casi, conduce alla cosiddetta “Sindrome da rientro”, nota anche come post-vacation blues (o post-vacation depression syndrome) una condizione che affligge un italiano su tre al momento del rientro dalle ferie, e che si manifesta nello svolgimento delle attività quotidiane.
La fascia d’età più colpita dalla sindrome da rientro
La fascia d’età più colpita va dai 25 ai 40 anni, un’età densa di incertezza e problematiche da fronteggiare, e contraddistinta dalla ricerca di un’occupazione.
A risentire degli effetti di questa condizione, sono prevalentemente quei soggetti che svolgono professioni di tipo intellettuale; quelle che si adattano alla routine quotidiana in modo meno meccanico.
La letteratura che studia tale fenomeno, si è focalizzata sullo stress e sul sistema che lo regola. Solitamente, dopo un periodo come quello delle vacanze estive, lo stress si attenua. Con la ripresa del lavoro, il sistema dello stress riprende a lavorare con un ritmo al quale si è disabituato.
In tale condizione, il lavoro e le difficoltà di ogni giorno, sono vissuti negativamente dall’individuo che sperimenta questa sindrome.
La sindrome da rientro è comparabile, dal punto di vista sintomatologico, ai Disturbi dell’Adattamento che possono presentarsi nel caso di cambiamenti di vita rilevanti (ad esempio, matrimonio, nascita di figli, cambio di lavoro).
Per quanto riguarda la post-vacation blues, l’adattamento riguarda il bisogno di adattarsi nuovamente, ad una condizione che durante le vacanze è stata temporaneamente accantonata e che, in un primo periodo, appare difficile da affrontare.
Tale sindrome comprende svariate manifestazioni sintomatologiche: Stanchezza, noia, irritabilità, mancanza di concentrazione, dolori muscolari, alterazioni del ritmo sonno-veglia, mal di testa, mancanza dell’appetito, abbassamento del tono dell’umore, senso di vuoto. Queste manifestazioni sono riportate dalle persone che vivono questa esperienza.
Gli esperti pongono l’attenzione su alcuni aspetti, da riattivare man mano. Innanzitutto è necessario ricavare qualche giorno tra la fine delle ferie e il ritorno al lavoro, da usare come sorta di “anticamera” per adattarsi al momento di transizione.
Tra i principali consigli dati dagli esperti, rientra lo svolgimento di una moderata attività fisica. Inoltre, è necessario mangiare frutta e verdura di stagione, bere molta acqua con una certa costanza oraria.
Lo studio dei ricercatori dell’Università di Rotterdam
In una ricerca del 2010, i ricercatori dell’Erasmus University di Rotterdam hanno studiato la relazione tra vacanza e felicità, reclutando un campione di 1.530 persone, delle quali 974 erano state in vacanza mentre le altre non avevano goduto delle ferie estive.
Entrambi i gruppi hanno ricevuto delle domande riguardanti il grado di felicità, stimato sia prima che dopo le vacanze.
La ricerca ha mostrato che i vacanzieri presentano maggiore felicità nel periodo pre-feriale rispetto ai non vacanzieri, mentre non ci sono differenze rilevanti nel livello di felicità tra i due gruppi al termine delle vacanze.
Lo studio portato avanti dall’ateneo inglese, si propone di spiegare tale dato evidenziando il ruolo svolto dalle “anticipazioni”, che spiegherebbero le differenze tra i vacanzieri e i non-vacanzieri.
Per molte persone le vacanze cominciano nelle settimane che precedono l’inizio effettivo delle ferie; questo perché sono attese e desiderate.
Ogni qualvolta un’esperienza positiva si conclude, lascia spazio a sentimenti nostalgici. Per tale motivo è importante imparare a pensare in prospettiva, e a cercare nuovi stimoli, giorno dopo giorno.