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Il sangue di San Gennaro: il fascino di una tradizione antica

Il culto di San Gennaro è tra i più antichi ed importanti della Campania e il più sentito a Napoli. La storia del santo si sviluppa in un affascinante intreccio che vede congiungersi storia, cultura, folclore e religione.

San Gennaro, patrono di Napoli e martire, è una figura di enorme rilievo. Pare che parte delle spoglie del santo siano custodite proprio nel Duomo dell’antica Partenope. All’interno della cattedrale, sono conservate due ampolle che, secondo la tradizione, custodiscono il sangue del santo, che fonde tre volte all’anno.

Il nome Gennaro è molto diffuso in Campania e a Napoli, e deriva dal latino Ianuarius che vuol dire “consacrato al dio Giano” e solitamente, veniva dato ai bambini nati nel mese di gennaio, Ianuarius, mese sacro al dio.

In genere si crede che la nascita di san Gennaro sia il 21 aprile dell’anno 272.

Le diverse passiones ianuariane non indicano il luogo di nascita del santo.

Siccome è stato vescovo di Benevento, la tradizione della Chiesa beneventana, lo vuole nativo della città. Alcuni biografi, al contrario, affermano che si nato a Napoli, dove si è verificato il miracolo legato alle sue reliquie.

Il miracolo del sangue di San Gennaro

Il sangue di san Gennaro si sciolse per la prima volta ai tempi di Costantino I, quando il vescovo Severo fece spostare le spoglie del santo dall’Agro Marciano, a Napoli.

Durante il percorso incontrò la nutrice Eusebia, con le ampolle del sangue del santo. In presenza di Eusebia, il sangue nelle ampolle si sciolse.

Storicamente, la prime notizie dell’ampolla contenente il sangue di san Gennaro risale al 1389, come scritto nel Chronicon Siculum.

Nel corso dei festeggiamenti dell’Assunta di quell’anno, ci fu l’esposizione pubblica delle ampolle contenenti il “sangue di San Gennaro”.

In particolare, il 17 agosto ci fu una grandissima processione per vedere il miracolo: il liquido conservato nell’ampolla si era liquefatto. Dalla cronaca dell’evento è possibile inferire che il fenomeno si verificasse per la prima volta.

Effettivamente, la Cronaca di Partenope di quegli anni, pur riferendosi a diversi miracoli attribuiti al santo, non fa mai riferimento esplicito a una reliquia di sangue del martire.

Oggi le due ampolle, sono conservate in una piccola teca, posta dietro l’altare della cappella del Tesoro del santo.

Una figura che rappresenta una tradizione che emoziona e coinvolge.