In psicologia l’effetto Stroop, noto anche come nome di effetto Janesh, indica un ritardo nei tempi di reazione, durante l’esecuzione di un compito specifico.
Il compito durante il quale questo effetto è osservabile è quello in cui si deve enunciare ad alta voce il nome del colore con cui è stampata una parola (bisogna dire ROSSO, quando la parola è stampata con il colore rosso), quando il significato semantico di questa parola è un colore differente da quello con cui è stata stampata, per esempio, la parola blu colorata di rosso.
In sostanza, l’effetto Stroop riguarda il ritardo nell’elaborazione del colore della parola, che si riflette in un rallentamento dei tempi di reazione e in un significativo aumento degli errori nella condizione incongruente (ad esempio, la parola verde scritta in blu) rispetto alla condizione congruente, nella quale colore e significato semantico corrispondono (parola blu scritta in blu).
L’effetto deriva dal nome di colui che lo ha scoperto, lo psicologo John Ridley Stroop che pubblicò nel 1935 l’articolo Studies of interference in serial verbal reactions all’interno della rivista Journal of Experimental Psychology. L’articolo è uno degli elaborati più noti ed utilizzati nella letteratura della psicologia sperimentale.
Per esemplificare, il compito previsto per valutare l’effetto Stroop, richiede di presentare attenzione al colore della parola e non al testo. Quindi nel caso della prima parola presente nella stringa, bisognerebbe enunciare il colore, ovvero verde. Se invece si pronuncia la parola “arancio”, si incorre nell’effetto sopracitato.
In definitiva, l’effetto Stroop non riguarda solo l’enunciazione errata della parola presa in esame, ma anche un aumento statistico degli errori, osservabile nel corso della prova.