Il villaggio preistorico di Nola è senza dubbio uno dei ritrovamenti archeologici più importanti del nuovo secolo.
Questo villaggio è stato rinvenuto all’inizio del 2000 richiamando l’attenzione di archeologi e studiosi provenienti dalle più disparate zone del mondo, per una peculiarità specifica, ossia il modo in cui si è conservato.
Una piccola Pompei dell’età del bronzo : il villaggio preistorico di Nola
Un estensione di 1400 metri quadrati, conservato perfettamente grazie alle pomici vulcaniche del Vesuvio.
Il concetto di conservazione identico a quello di Pompei, per uno spettacolo storico senza precedenti.
Capanne, sentieri, recinti, stalle per animali e locali commerciali.
Alla scoperta del villaggio si è addirittura pensato che nelle vicinanze potrebbe esserci una necropoli.
Tutte queste costruzione risalgono all’Età del Bronzo sono state costruite circa quattromila anni fa.
Questa scoperta è stata veramente sensazionale in quanto ha permesso di trovare impronte di cerali, resti vegetali e floreali, oltre a manufatti e utensili domestici.
Scoperte simili sono quelle che hanno consentito una profonda conoscenza di un periodo storico passato, dalla costruzione degli insediamenti, all’orditura dei tetti e gli spazi abitativi, in particolare nelle nostre zone.
Durante gli scavi nel 2002 è stato ritrovato anche lo scheletro, perfettamente intatto, di un cane, insieme con altri piccoli scheletri di un topo e di una lucertola, oltre a quattro scheletri di capre gravide.
Molti dei resti trovati, sono oggi visitabili nel museo archeologico della cittadina.
La Pompei del età del bronzo, ritrovata e sommersa
Purtroppo questo bellissimo villaggio preistorico nonostante all’apertura al pubblico abbia registrato presenze record di visitatori, oggi non è più visitabile.
La falda sommersa della zona ha più volte letteralmente sommerso gli scavi e mancanze di fondi hanno impedito che venisse messo in sicurezza rilegandolo nuovamente all’oblio.
Per permettere ai visitatori di godere della bellezza del sito archeologico, la Soprintendenza, avuto il via libera dall’Istituto Superiore per la conservazione e il restauro del Ministero per i beni culturali, ha deciso di costruire, una copia in scala 1:1 ossia a grandezza naturale, delle capanne rispettando la stessa posizione delle originali.