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Il mito di Penelope e la “sua” tela infinita

Il mito di Penelope e la Tela è forse uno degli “episodi” omerici tra i più noti dell’Odissea.

Chi non ha mao sentito parlare della devota moglie del re di Itaca che di giorno tesseva e di notte sfilava la sua tela.

Un espediente ingegnoso per procrastinare le nozze con uno dei suoi pretendenti, nell’attesa che il suo amato facesse ritorno.

Non una povera ingenua, né una vergine sprovveduta, come spesso viene descritta, ma una donna pronta a tutto per amore.

Il mito di Penelope : storia di una moglie che aspetta

Ulisse combatteva nelle terre lontane e il suo destino era sconosciuto, Penelope, quindi, si trova al comando del suo regno. Laerte, suo suocero, le suggerisce allora di risposarsi, ma lei, donna innamorata e fedele al marito, rifiuta dicendo che avrebbe atteso il ritorno dello sposo.

Decide però di non dispiacere il suocero e di accettare la corte dei pretendenti, i principi Proci, ponendo una serie di condizioni.

La prima fu quella che si sarebbe sposata solo dopo aver finito di tessere una tela che sarebbe servita da sudario per Laerte.

Mette qui in atto un vero gesto d’astuzia. Durante il giorno, sotto gli occhi di tutti, Penelope tesseva la tela, e la notte, segretamente, la disfaceva.

La lealtà però è cosa rara, nella vita vera come nel mito e difatti un’ancella fece la spia  denunciando  Penelope che dovette dichiarare tutta la verità.

Non si arrende però la sposa di Ulisse, e pose un’altra condizione.

Conoscendo la durezza dell’arco di Ulisse, dichiarò che avrebbe sposato solo l’uomo che sarebbe riuscito a tenderlo.

Tutti i principi candidati provarono invano, solo un mendicante riuscì a compiere l’impresa. Immediatamente, il mendicante si rivelò essere Ulisse, sotto mentite spoglie, che subito rese giustizia a Penelope uccidendo i Proci.

Reinterpretazione del mito

Il mito di Penelope o meglio la sua figura è stata oggi un pò modificata.

Nel tempo, grazie a studi compiuti su altre opere che la vedono protagonista, la donna ha perso la sua aura virginale divenendo una vera e propria eroina.

Una donna che da sola riesce a governare per vent’anni su un’isola, e a tenere lontani dal trono ben 108 giovani nobili. Del resto, più volte nel poema compare con l’epiteto perifron, scaltra, e non solo perché è dotata di metis, astuzia, al pari del marito.

Oggi Penelope, sia per astuzia o per amore, appare ancora più un personaggio mitologico.

Tradire appare sicuramente la strada più facile rispetto ad un’attesa ricca di insidie, o forse no?