Era il 2 maggio 1519, cinque secoli fa, quando uno dei più grandi geni universali di tutti i tempi morì: Leonardo da Vinci. Nato in Toscana nel 1452, questo visionario pittore, filosofo e inventore trascorse gli ultimi tre anni della sua vita in Francia.
Leonardo da Vinci, “il primo pittore, architetto e ingegnere del re” moriva il 2 maggio 1519
Figura iconica del Rinascimento, personaggio universalmente associato al genio della creazione: Leonardo da Vinci affascina, al punto da intrecciare talvolta storia e mito. È il caso del suo rapporto con Francesco I, descritto come un’amicizia indefettibile che durò fino alla morte. Il genio italiano aveva 64 anni quando si trasferì ad Amboise per servire il re di Francia.
Tornato dall’Italia, il monarca desiderava introdurre nel suo regno un po’ dell’arte di vivere transalpina che lo ha affascinato. Si rivolse quindi a Leonardo da Vinci, maestro indiscusso del Rinascimento italiano. Al suo arrivo nella Valle della Loira, l’artista soggiornò al Manoir du Cloux (oggi Clos Lucé), nelle vicinanze del castello reale.
Protetto e finanziato dal re, al quale divenne molto legato e che inserì la sua opera nelle collezioni reali, continuò la sua opera in molti campi: ingegneria civile e militare, botanica, anatomia.
La tesi della morte del genio tra le braccia del Re di Francia si è ancorata nello spirito collettivo grazie al dipinto di François-Guillaume Ménageot nel 1781.
Fu solo all’inizio del XIX secolo che la verità storica fu stabilita; il 2 maggio 1519, quando l’autore de La Joconde morì nel suo maniero di Amboise, il re di Francia fu trattenuto dai festeggiamenti della nascita di suo figlio a Saint-Germain-en-Laye!
Nell’autunno del 1516 un vecchio con la barba bianca appollaiato su un mulo attraversò così i bastioni di Amboise portando nelle sue bisacce e nel suo carro una moltitudine di oggetti, pergamene, quaderni e tre celebri dipinti, tra cui il ritratto di una donna con un sorriso enigmatico: la Gioconda.
Francesco I installa Leonardo da Vinci nel maniero di Cloux; gli dà una pensione di 700 corone d’oro e lo nomina “primo pittore, architetto e ingegnere del re”.
Alloggiandolo a 400 metri dal castello d’Amboise collegato, secondo la leggenda, da un passaggio sotterraneo al maniero; il re gli offrì un luogo dove, a 64 anni, questo prolifico artista e studioso sarebbe stato finalmente “libero di sognare, pensare e lavorare”.