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Totò: il principe della risata moriva il 15 aprile 1967

Il 15 aprile è impossibile non pensare a Totò, il principe della risata, che è nato e vissuto a Napoli per 24 anni.

Napoli ed il Rione Sanità hanno visto l’attore fin dalla tenera età fino ai primi passi nell’arte.

Totò vive ancora a Napoli attraverso i pezzi a lui dedicati e non solo.

Ecco alcuni frammenti della storia di Totò, il principe della risata

Totò , nome di Antonio de Curtis Gagliardi Griffo Focas, (nato il 7 novembre 1898, Napoli, Italia — morto il 15 aprile 1967, Roma), comico italiano, più popolare per la sua caratterizzazione cinematografica di una figura borghese senza sorridere ma comprensiva, paragonata dai critici cinematografici internazionali al fumetto cinematografico americano Buster Keaton.

Totò nacque da una famiglia di povera nobiltà italiana. Prestò servizio militare durante la prima guerra mondiale e poi iniziò la sua carriera teatrale lavorando nei music hall.

È apparso ampiamente sul palcoscenico legittimo prima del suo debutto cinematografico nel 1936 in Fermo con le mani (“Keep Your Hand Still”). Da quel momento lo schermo è stato il suo mezzo di comunicazione e, come Totò, è diventato uno dei fumetti italiani preferiti.

La maggior parte dei suoi 100 film sono stati girati in Italia e di cui 29 della serie “Totò”, come Totòtarzan (1950) e Totò e Cleopatra (1963). Altri film includono Guardie e ladri (1951; Poliziotti e rapinatori), L’oro di Napoli (1954; L’oro di Napoli, commedia drammatica in quattro parti diretta da Vittorio De Sica), La Loi c’est la loi (1958; The Law is the Law, con il comico francese Fernandel), La Mandragola (1965; La radice dell’amore e la Mandragola), e l’allegorico Uccellacci e uccellini (1966; “Uccelli grandi e uccellini”; Ing. trans.I falchi ei passeri), film scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini.

Totò ed i luoghi che oggi ci parlano di lui

Totò è cresciuto in via Santa Maria numero 109, ma in realtà è nato al terzo piano del 107. Poco dopo la nascita, lui e la madre si trasferirono al 109 con la nonna dove visse fino al 1922 per poi trasferirsi a Roma dove morì il 15 aprile 1967.

Si nota subito la casa di Totò dal balcone dove ci è affissa una targa in sua memoria.

Se invece da Piazza Sanità si prosegue verso piazza Totò, dedicata al principe della risata; passando sotto al ponte di Santa Teresa degli scalzi, più avanti troviamo una sagoma di Totò compreso di bombetta, per molti rappresenta il vuoto lasciato dal decesso dell’artista.

Un altro posto dove si possono trovare dei frammenti dell’artista è il caffè bistrot Karmacore, situato a via Conte di Ruvo 6, qui infatti c’è il pianoforte dell’artista napoletano dove ogni giorno dei giovani artisti si dilettano nel posare le mani laddove, un tempo, c’erano sempre le mani del principe napoletano Totò.